Doppia intervista su “Gli Agricoltori Veneti”, bimestrale di Confagricoltura Veneto, all’assessore regionale all’Agricoltura Giuseppe Pan e al presidente di Anbi Veneto, Giuseppe Romano. Si parla di Piano Irriguo Regionale e gestione della risorsa idrica.
Il bimestrale Gli Agricoltori Veneti dedica nel numero di marzo-aprile ampio spazio al tema del Piano Irriguo Regionale, previsto nella Legge di Stabilità 2018 nella quale la Regione del Veneto ha recepito le richieste di un approccio strutturato al tema della siccità giunte da Anbi Veneto, Consorzi di Bonifica e più in generale da tutti gli operatori del comparto agricolo.
A parlarne sul periodico di Confagricoltura Veneto, in due interviste separate ma affiancate, sono l’assessore regionale all’Agricoltura Giuseppe Pan e il presidente di Anbi Veneto Giuseppe Romano.
Un tema di grande attualità
Il 2017 secondo il CNR è stato l’anno più arido degli ultimi due secoli e nonostante questo inizio 2018 si presenti ricco dal punto di vista delle precipitazioni, surriscaldamento globale e siccità rappresentano tendenze che non possono essere più affrontate come emergenze. Su questo assunto si basa il Piano Irriguo Regionale che nelle parole dell’assessore Pan, a colloquio con il direttore del periodico Edoardo Comiotto, vede “nel milione di euro che è stato collocato nel Bilancio 2018 per la realizzazione di interventi irrigui un primo importante starter per avviare un’attività di sviluppo dell’irrigazione che si protrarrà negli anni sulla base di binari chiaramente individuati e condivisi.” Nell’ideale confronto con il presidente di Anbi Veneto Romano è proprio la continuità l’aspetto più importante della misura messa in atto dalla Regione. “Le risorse messe in campo dalla Regione permetteranno ai Consorzi di pianificare le loro azioni – spiega Romano sempre a Comiotto –, questo per noi è molto importante perché finalmente si comincia ad affrontare il tema della siccità in maniera strutturata”.
Risorse, criteri, azioni.
Le risorse regionali – tre milioni nel triennio 2018-2020 – vanno dunque a sommarsi ad investimento statali rivolti alla “grande progettualità”: opere onerose che rientreranno nel Piano Irriguo Nazionale e nel Piano invasi.
“Per quanto riguarda il Piano Irriguo Nazionale, il Veneto contempla progetti esecutivi per 147 milioni di euro – spiega Romano -, mentre per il Piano Invasi, tra bacini di accumulo e riconversioni irrigue, i progetti dei nostri Consorzi ammontano a 600 milioni di euro.” Cifre da capogiro se si pensa le risorse che lo Stato mette a disposizione per tutto il territorio nazionale si aggirano sui 650 milioni, ovvero 100 milioni in meno di quanto necessiterebbe da solo il Veneto, ma anche in questo caso il segnale è chiaro: qualcosa si muove. E se la “grande progettualità” è di competenza statale, a livello regionale, nella proposta di Anbi Veneto alla Regione, dovrebbe essere la manutenzione delle infrastrutture irrigue, di taglio incluso nei 500mila euro, a beneficiare del Piano regionale. “Parliamo dell’ampliamenti delle reti d’irrigazione già esistenti – elenca Romano su “Gli Agricoltori Veneti” -, della sistemazione di manufatti di derivazione, di sostegni, canalette, bacini di accumulo, sistemi di telecontrollo, potenziamento di pompe e opere di contrasto del cuneo salino”.
Un ruolo importante dovrebbe averlo il Consorzio di bonifica di secondo grado L.E.B. che gestisce il canale Lessioni-Euganeo-Berico, la più importante infrastruttura irrigua del Veneto che, tra l’altro, ha da poco nominato il nuovo presidente, Moreno Cavazza. “Le linee strategiche del nuovo Piano sicuramente prevedranno la valorizzazione delle opere del Consorzio L.E.B. – ha affermato Pan citando anche tra gli oggetti del Piano “l’agricoltura di precisione e quella nelle aree collinari”. “Particolare attenzione verrà riservata allo sviluppo del “consiglio irriguo” e si individueranno interventi di carattere sperimentale”, ha inoltre evidenziato l’assessore.