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IL CONSORZIO VERONESE INAUGURA L’ECOMUSEO DEL FIUME BUSSÉ E DELLE VALLI RONCO E TOMBA

Il Consorzio di Bonifica Veronese apre alla comunità una delle sue storiche idrovore. Nasce a Ronco all’Adige, a metà strada tra Verona e Legnago, l’Ecomuseo del fiume Bussé e delle Valli Ronco e Tomba.

E’ stato recentemente presentato a stampa, autorità e associazioni cittadine l’EcoMuseo del fiume Bussé e delle Valli Ronco e Tomba nella sede nel manufatto idraulico di proprietà del Consorzio di Bonifica Veronese a Ronco all’Adige, in località Gangaion. La struttura sarà aperta al pubblico prossimamente, le info utili per la visita saranno fornite anche attraverso i canali di comunicazione di Anbi Veneto.

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Promotore del progetto è il Consorzio stesso che ha affidato la gestione all’Associazione Culturale Humanitas Act. 

L’EcoMuseo si propone come un aggregatore per le forze migliori del territorio: enti, associazioni e imprese che si occupano di tutela di ecosistemi locali”, ha spiegato Antonio Tomezzoli presidente del Consorzio Veronese – . Verranno elaborati progetti e azioni di promozione della cultura e della tutela del paesaggio attraverso attività didattiche, esperienze formative, visite guidate, eventi culturali privati e aziendali, progetti di rete con e per il territorio e collaborazioni con enti, associazioni e imprese che si occupano della tutela degli ecosistemi locali.”

Abbiamo accettato questa proposta di gestione degli spazi dell’EcoMuseo del fiume Bussé e delle Valli Ronco e Tomba voluto dal Consorzio di Bonifica Veronese, perché ha come vocazione il coinvolgimento attivo delle comunità, delle istituzioni culturali e scolastiche, delle Pro Loco e di altre forme associative, nonché di imprenditori locali – ha affermato Isabella Bertolaso, presidente dell’Associazione Culturale Humanitas Act -, attività che sono in linea con la nostra mission associativa che intende favorire, sostenere e alimentare il dialogo e la collaborazione tra il pubblico e il privato, tra la scuola e la società”.

Il Consorzio di Bonifica Veronese, che fornisce l’acqua di irrigazione a più di settanta Comuni della provincia scaligera e che si occupa di tutela idrogeologica del territorio, da sempre opera infatti anche per la promozione ambientale e culturale dei territori dove svolge la propria attività.

Vai al sito del Consorzio di Bonifica Veronese

 

 

 

 

 

Siccità: necessario modernizzare l’irrigazione

“Le notizie allarmanti di questi giorni in tema di siccità – spiega Antonio Tomezzoli, il Presidente del Consorzio di Bonifica Veronese, l’ente che fornisce l’acqua di irrigazione a settanta Comuni della provincia scaligera – riportano purtroppo in primo piano il problema della grave carenza di infrastrutture idriche, anche sul nostro territorio. A questo si aggiunge che in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua sono stati pubblicati da Istat dati relativi all’anno 2015 legati all’ammontare delle perdite della risorsa idrica in Italia. Numeri allarmanti: in Italia sfiora, infatti, il tetto del 40% l’acqua potabile che, immessa nelle reti di distribuzione, non raggiunge i cittadini. Questo dato si riferisce all’acqua potabile, ma una contabilità analoga si può fare anche per l’acqua di irrigazione. E’quindi giusto informare sul fatto che questo non è un problema che riguardi la provincia di Verona in quanto l’attenta, quotidiana e costante opera di manutenzione che il Consorzio di Bonifica Veronese esegue sui suoi 4000 chilometri di reti irrigue permette di ridurre veramente al minimo fisiologico le perdite”. (altro…)

Verso il “Contratto di Fiume Veronese”

Contratto di fiume Veronese, si muovono i primi passi.

Mercoledì 12 aprile, presso la sede del Consorzio di Bonifica Veronese e su invito del Presidente Antonio Tomezzoli, si sono incontrati i principali enti, istituzioni e associazioni aventi competenza in materia di risorse idriche sull’ambito territoriale consortile compreso fra Adige-Garda, Agro Veronese Tartaro Tione, Valli Grandi e Medio Veronese.

Fra i partecipanti la Regione del Veneto, ANBI Veneto, il Distretto delle Alpi Orientali, le Associazioni di Categoria e molti Comuni del territorio tra i quali Verona, Villafranca, Povegliano, Casaleone, Oppeano, Castel d’Azzano, Villa Bartolomea, Vigasio, Concamarise, Isola Rizza, Roverchiara, San Pietro di Morubio, Bussolengo, Gazzo Veronese, Cerea, Bovolone, Isola della Scala, Castelnuovo del Garda, Legnago e San Zeno.

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Villafranca: il Consorzio di Bonifica Veronese prosegue con le manutenzioni sulla rete irrigua

Arriva marzo, si avvicina a grandi passi l’apertura della prossima stagione irrigua, e proseguono sull’intero comprensorio consortile le attività di manutenzione degli impianti e delle reti di distribuzione dell’acqua.

Nel Comune di Villafranca si sono succeduti negli scorsi giorni alcuni interventi di rilievo.

In via Cefalonia, lungo il Canale Raccoglitore Secondario Feriadon tecnici e mezzi del Consorzio di Bonifica Veronese hanno provveduto a sostituire 140 metri di tubazione interrata del diametro 100 con tubi in cemento armato del diametro di 140 centimetri. Scopo dell’intervento è stato quello di aumentare la capacita di scarico del canale.

Sempre a Villafranca, lungo il Canale Terziario in località Gallinelle il Consorzio ha sostituito settanta metri di canale in terra, ormai inadeguato, posando tubazioni in cemento armato del diametro di 70 centimetri e della lunghezza di 3.60 metri.

In località Prabiano tecnici e mezzi del Consorzio hanno poi sostituito settanta metri di tubazione interrata del Canale Terziario 574/s, sostituendola con tubazioni di cemento armato anche qui del diametro di 70 centimetri e della lunghezza di 3.60 metri.

Consorzio di bonifica Veronese – sistemato il fosso storto a Ronco d’Adige

Il Consorzio di Bonifica Veronese ha iniziato lo scorso maggio i lavori di sistemazione e riqualificazione del Fosso Storto, nel tratto che fiancheggia la strada comunale in località Colombarotto. Il Fosso Storto, che si trova sul confine tra i Comuni di Ronco all’Adige e di Palù, ha origine in località Albaro e dopo un percorso rettilineo verso sud attraversa il comune di Oppeano, dove piega bruscamente verso est descrivendo un sinuoso semicerchio, immettendosi nel Bussè a nord del Bastiello.

Tra il 1194 e il 1199 venne realizzata la bonifica integrale del Comune di Palù. La maggior parte delle acque che defluivano dall’area bonificata si immettevano nel Fosso Storto, che ne costituiva il limite sud-orientale. Successivamente confluirono nel Fosso Storto anche le colaticce delle nuove irrigazioni. La situazione odierna rispecchia quella del passato. A monte del tratto oggetto di intervento, confluiscono nel Fosso Storto, la Fossa Sagramosa Tramarine, lo scolo Mirandolo e lo scolo Bolognese.

Lo scolo Mirandolo, fu scavato tra il 1194 e 1199 in occasione sempre della bonifica integrale di Palù. Ha origine da una sorgente situata in contrada Rivalunga in Comune di Zevio e, dopo aver costeggiato i confini settentrionali-orientali di Palù, si immette nel Fosso Storto in contrada Motte, dopo aver superato la pila omonima ormai dismessa.

La rete idraulica in questa zona è frutto di un’azione di bonifica che ha avuto inizio nel 1200. Risolto il problema dello scolo delle acque, la rete successivamente è stata integrata con corsi d’acqua aventi lo scopo di veicolare le portate per l’irrigazione. Con l’evoluzione dell’agricoltura, i mulini e le pile, presenti in questa zona hanno perso la loro funzionalità e con loro anche la rete di collettori necessari al loro funzionamento.

A questo vanno aggiunti, i diversi lavori che si sono resi necessari negli ultimi anni, per estendere il servizio irriguo che hanno portato a modificare parte della rete a servizio del bacino del Fosso Storto.

Il presidente

La condizione attuale – spiega il Presidente del Consorzio di Bonifica Veronese Antonio Tomezzoli – creava però problemi per il deflusso, perché la vicinanza della strada e gli esili argini, che dividono il fosso Storto dagli altri corsi d’acqua, causavano frane che ne riducevano la sezione e che non potevano essere sistemate per l’impossibilità di accedere sugli argini, che sono in parte privati e che hanno soprattutto dimensioni troppo esigue per il transito dei mezzi operativi.

L’intervento di ripristino della funzionalità idraulica del Fosso Storto – prosegue il Presidente del Consorzio che ha sede in Strada della Genovesa a Verona – ha rappresentato quindi anche l’occasione per porre in sicurezza la strada comunale e, al tempo stesso, ha anche permesso un importante intervento di riqualificazione ambientale del corso d’acqua.

Tra i vari interventi eseguiti dal Consorzio di Bonifica Veronese sul Fosso Storto, si è provveduto alla rimozione degli argini e al deposito del terreno per la chiusura degli scoli Turchetto delle Motte e Scolo delle Canne, alla realizzazione della nuova sponda sinistra del corso d’acqua con conseguente allargamento della strada e creazione di una banchina stradale e all’esecuzione di opere di ricomposizione ambientale, che consistono nella creazione di una fascia alberata lungo tutto lo sviluppo dell’intervento sul lato campagna.

I lavori sono terminati in dicembre, ma si è dovuto aspettare qualche giorno per riaprire la strada per attendere il perfetto compattamento della nuova banchina.

I lavori hanno avuto un costo complessivo di 280mila euro, dei quali 230mila a carico del Comune di Ronco all’Adige e 50mila a carico della Regione del Veneto.

 

Ufficio stampa

Consorzio di bonifica Veronese

INIZIATI I LAVORI PER DUE NUOVI BACINI DI ESPANSIONE

Il Consorzio di bonifica Veronese ha dato il via in questo giorni ad un importante intervento di sicurezza idraulica, finalizzato alla riduzione delle portate delle acque di pioggia, che confluiscono dalle condotte fognarie del centro urbano di Bovolone e che vengono scaricate nel fiume Menago e nello scolo Menaghetto. Scopo dell’intervento è quello di arginare le situazioni di piena ed evitare, quindi, problemi di allagamento per i centri abitati circostanti.
“Queste situazioni, che una volta erano assolutamente episodiche – spiega il presidente del Consorzio di bonifica Veronese, Antonio Tomezzoli – tendono invece ora ripetersi frequentemente a causa dalle mutate condizioni climatiche, che determinano condizioni di precipitazioni più estreme, dando origine alle cosiddette bombe d’acqua. Parliamo di precipitazione di breve durata, ma di grande intensità – prosegue Tomezzoli – che causano deflussi tali da non risultare compatibili con le capacità attuali di portata dei canali di scolo, determinando pericolosi allagamenti ed esondazioni in aree urbane e agricole.”

Le opere, che sta realizzando il Consorzio di bonifica, prevedono, quindi, la realizzazione di due bacini di laminazione, pensati proprio per arginare le portate di piena, causate da precipitazioni di forte intensità.
Il primo dei due bacini (capacità: oltre 19.000 metri cubi) verrà realizzato immediatamente a valle dello scarico della zona industriale di Bovolone sul fiume Menago, in località Montagne; il secondo (volume: 7.000 metri cubi) verrà realizzato per ricevere le portate dell’area residenziale, che scarica nello scolo Menaghetto in località Crosare, sempre in comune di Bovolone.

Questo secondo intervento, che prevede anche lavori di riqualificazione ambientale come la plantumazione di aree boscate, sarà attuato in coordinamento con “Acque Veronesi”, che ha previsto uno studio di fattibilità per il potenziamento della rete fognaria, che andrà a scaricare proprio in questa vasca di laminazione, prima di essere evacuata.

I lavori sono previsti concludersi nel febbraio 2017.

Stop allagamenti a Vigasio, nel veronese

Lavori importanti quelli iniziati nel Comune di Vigasio sul Fiume Tartaro dal Consorzio di Bonifica Veronese a Vigasio.

L’alveo che attualmente passa a fianco di alcune abitazioni tra cui l’ex Mulino Martini, sarà infatti spostato ed abbassato su un tratto di circa un chilometro. 

Il Presidente Antonio Tomezzoli

La finalità dei lavori – spiega il Presidente del Consorzio di Bonifica Veronese Antonio Tomezzoli – è quella di mettere in sicurezza alcune abitazioni sulla sponda destra e tutto il quartiere Alzeri in sponda sinistra, attualmente più basso del fiume Tartaro i cui argini sono messi quotidianamente a rischio dalla presenza di nutrie e gamberi. Qualora si verificasse una rottura arginale durante una piena, difficilmente si riuscirebbero ad evitare estesi allagamenti e danni alle abitazioni del quartiere.

I lavori sono iniziati partendo da valle, nelle vicinanze dell’ex Mulino anche se ancora prima è stato necessario deviare la portata proveniente da monte su altri canali e fosse, che a loro volta hanno subìto lavori di pulitura e adeguamento.

Sull’alveo in asciutta è stato inoltre necessario procedere alla rimozione della fauna ittica, intervento questo eseguito da personale qualificato su richiesta del Consorzio ed in presenza della Polizia Provinciale.

L’intero intervento ha un costo complessivo di 900mila euro e sarà ultimato nel corso dell’inverno.

http://portale.bonificaveronese.it/

Si chiude la stagione irrigua 2016 – il bilancio del Consorzio di bonifica Veronese

Con metà ottobre, e con l’ultimo turno dedicato specificatamente alle colture del kiwi, il Consorzio di Bonifica Veronese chiude i rubinetti dell’irrigazione in provincia di Verona e si iniziano a tirare le prime somme sulla stagione oramai alle spalle.

Il Consorzio di Bonifica Veronese si estende su una superficie di 160mila ettari, comprendendo 70 Comuni della provincia di Verona, e fornisce l’irrigazione al territorio con tre modalità differenti. La prima è l’irrigazione strutturata in pressione, che opera su quasi diecimila ettari raggiunti da una rete di oltre mille chilometri di condotte interrate. La seconda è l’irrigazione strutturata a scorrimento, che copre venticinquemila ettari serviti da quasi duemila chilometri di canali a cielo aperto e condotte interrate. La terza modalità, l’irrigazione di soccorso, interessa la zona sud della provincia dove, non essendo presente una rete irrigua strutturata, attraverso un’opera continua di manutenzione ed una capillare rete di canali naturali ed artificiali di oltre duemila chilometri permette di portare l’acqua a cinquantatremila ettari di terreni, convogliandola dalle risorgive e dalla zona di irrigazione strutturata.

Dal primo di aprile fino al 15 di ottobre – spiega il Presidente del Consorzio di Bonifica Veronese Antonio Tomezzoli – sono state quasi dodicimila le ditte agricole che hanno potuto lavorare grazie all’acqua fornita dal Consorzio. Oltre a tutta la struttura amministrativa e tecnica sempre di supporto, abbiamo dedicato alle attività specifiche dell’irrigazione ben 63 persone. Intensa è stata anche l’opera delle squadre manutenzione, che nel corso dell’estate hanno assicurato che gli impianti lavorassero sempre in efficienza intervenendo su manufatti e condotte, specie quelli di antica fabbricazione, maggiormente soggetti a perdite e rotture. Particolarmente significativi gli interventi eseguiti tra giugno e agosto a Cavaion, Rivoli Veronese, Sona, Valeggio sul Mincio, Sommacampagna, Lazise ed Isola della Scala.

Da sottolineare anche il costante sforzo di adeguamento tecnologico – prosegue Tomezzoli -, soprattutto attraverso la realizzazione di impianti a pressione che permettono la razionalizzazione della fornitura dell’acqua ai terreni, riducendo quasi a zero i rischi di spreco di questa preziosa risorsa. A maggio, ad esempio, è stato inaugurato il nuovo impianto in pressione della Valpolicella, a servizio di circa 200 aziende agricole su oltre 600 ettari di territorio, che ha funzionato da subito regolarmente e senza alcun problema. Anche gli impianti di Cavaion e Pastrengo sono stati profondamente rinnovati a livello di pompe e quadri elettrici, ora ispirati a criteri di massima efficienza ed affidabilità.

Durante la stagione irrigua 2016 il Consorzio di Bonifica ha erogato alle campagne veronesi circatrecento milioni di metri cubi d’acqua.Ricchezza vera per il territorio e non solo per l’agricoltura, con il grande valore aggiunto di contribuire in maniera determinante allavivificazione delle falde e dei fontanili, che senza l’apporto irriguo presente da oltre un secolo vedrebbero un progressivo impoverimento a causa dei cambiamenti climatici che registrano un aumento delle stagioni siccitose.

Uno sforzo enorme, anche energetico.

Ma a fronte di un consumo elettrico medio annuale di 9 milioni di chilowattora per il 90% assorbito dagli impianti di sollevamento irriguo –conclude Tomezzoli – siamo in grado di produrne autonomamente circa 3,28milioni da fonti rinnovabili, di cui 3 milioni a energia idroelettrica e 280mila da solare fotovoltaico, mitigando il fabbisogno da acquisire all’esterno.

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Fonte: http://portale.bonificaveronese.it/si-chiude-la-stagione-irrigua-2016-il-consorzio-di-bonifica-veronese-ha-distribuito-sul-territorio-300-milioni-di-metri-cubi-dacqua/

Isola della Scala: il Consorzio deve intervenire per i danni creati dalle nutrie

Una ennesima criticità causata dalla forte presenza di nutrie sui nostri corsi d’acqua si è verificata ieri sul fiume Tartaro.

In località Pellegrina del Comune di Isola della Scala, infatti, si è reso necessario l’intervento urgente del personale e dei mezzi del Consorzio di Bonifica Veronese per porre rimedio ad una situazione di rischio idraulico creata da una colonia di nutrie, che ha scavato un’enorme tana sull’argine sinistro del fiume.

Il problema è emerso in tutta la sua gravità, come si può vedere dalle foto, attorno alle ore 18 di mercoledì 27 luglio. Il Consorzio è subito intervenuto con un escavatore e con alcuni operai che hanno provveduto al ripristino e al consolidamento dell’argine, che è stato ripristinato riportando la situazione alla normalità. L’intervento è terminato solo la sera, attorno alle ore 22.

Quello dei danni creati dalle nutrie – spiega il Presidente del Consorzio di Bonifica Antonio Tomezzoli – è un problema serio e complesso, che impegna il Consorzio ormai in maniera quasi continuativa e che ci costringe ad una continua opera di manutenzione. Sono infatti alti i rischi per la sicurezza idraulica e per la tenuta delle banchine stradali creati dal lavorio e dal profondo insediamento di questi animali. E la situazione peggiora di giorno in giorno. La scorsa primavera era finito dentro una tana addirittura il pickup di un nostro consorziato.

Gazzo Veronese: anche il Consorzio di Bonifica Veronese partecipa ad una ricerca archeologica dell’Università di Verona

Dall’anno 2014 l’Università di Verona sta conducendo un importante progetto di indagine archeologica a Gazzo Veronese, in accordo di collaborazione con la Soprintendenza Archeologia del Veneto, con il Comune di Gazzo Veronese e con l’Università “La Sapienza” di Roma.

L’obiettivo della campagna archeologica, che si sta svolgendo in località Ronchetrin, è quello di definire il tracciato, le caratteristiche tecniche e l’inquadramento cronologico dell’importante strada romana comunemente nota come via Claudia Augusta, che collegava Ostiglia (e quindi II Po) con Verona e da qui l’Oltralpe attraverso la valle dell’Adige. (altro…)

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