I lavori di realizzazione del nuovo impianto irriguo “Vedelago Nord”, in provincia di Treviso, possono finalmente partire grazie al finanziamento di 1.152.000 di euro che il Consorzio di Bonifica Piave ha recuperato attraverso il Piano Straordinario Invasi. La pluvirrigazione consentirà un risparmio fino al 50% dell’acqua ad uso irriguo, un risultato prezioso nei periodi di siccità e in ottica di rispetto dei limiti di prelievo dai fiumi previsti dalla direttiva UE sul Deflusso Ecologico.

Oltre 3.130 ettari lordi tra i comuni trevigiani di Montebelluna, Vedelago, Trevignano e Caerano San Marco saranno interessati dal nuovo impianto irriguo “Vedelago Nord” che riconvertirà l’attuale – e dispendioso, in termini di consumo idrico – sistema irriguo a scorrimento in sistema pluvirriguo.
A sbloccare i lavori, il cui costo totale ammonta a 19 milioni di euro, è il finanziamento di 1.152.000 di euro che il Consorzio di Bonifica Piave è riuscito in questi giorni a ottenere con il Piano Straordinario Invasi, un’ulteriore conferma della capacità del Consorzio, e più in generale del sistema veneto della bonifica – di recuperare attraverso la propria progettualità e capacità realizzativa risorse statali da reinvestire sul territorio.

L’irrigazione “a piogga” consente fino al 50% di risparmio della risorsa idrica e rappresenta pertanto un modo importante per affrontare gli effetti dei mutamenti climatici caratterizzati da lunghi periodi siccitosi e per ottemperare alle disposizioni comunitarie previste della Direttiva Quadro Acque. “Il volume d’acqua risparmiato – spiega Giuseppe Romano, presidente del Consorzio Piave e di Anbi Veneto – potrà rimanere invasato nei laghi alpini e incrementare il deflusso minimo vitale nel fiume a valle della derivazione principale e dare risposte alla direttiva europea sul Deflusso Ecologico. Ma, non solo, migliorerà anche la protezione ambientale mediante riduzione delle perdite e l’incremento dell’efficienza nella distribuzione dell’acqua facendo fronte alle variazioni climatiche degli ultimi anni e la perdurante diminuzione di precipitazioni nel periodo estivo che determinano riduzioni delle produzioni agricole”.

Dal punto di vista urbanistico l’impianto interessa circa 2.630 ha agricoli netti mentre la zona interessata dalla riconversione ricade interamente nel bacino idrografico Sile alto. L’acqua verrà servita da una stazione di pompaggio alimentata da un’opportuna opera di presa dal canale di Caerano (ultimo tratto del canale Brentella) a Montebelluna a quota 100 m s.l.m. e inviata alla rete distributrice tramite condotte di vari materiali e diametri in omogeneità con gli impianti consortili esistenti.

Per ulteriori informazioni vai alla notizia nel sito del Consorzio di Bonifica Piave