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SICCITÀ: I CONSORZI DI BONIFICA FANNO SQUADRA PER L’ADIGE

Lunedì 8 maggio è stato convocato a Trento il prossimo Osservatorio per la crisi idrica

In queste ultime settimane, prima che un po’ di pioggia attenuasse il grave stato di carenza idrica del fiume Adige, si è evidenziato, in tutta la sua drammaticità, il delicato equilibrio delle sue portate.

Ad oggi sull’Adige gravano forti pressioni dovute ai vari utilizzi della risorsa idrica, tra cui: i bacini idroelettrici montani, le varie derivazioni irrigue che alimentano un’area agricola di circa 250mila ettari di produzioni DOP e di eccellenza, oltre agli usi idropotabili nel Polesine. Un equilibrio alterato che ha prodotto la risalita del cuneo salino.

Si è evidenziata ulteriormente l’annosa questione della mancanza di rapporto tra le amministrazioni regionali per una gestione coordinata e condivisa della risorsa del fiume Adige. L’Osservatorio per le crisi idriche, istituito con Protocollo d’intesa del MATTM, che funge anche da cabina di regia, presso il Distretto Idrografico dell’Alto Adriatico, sta supportando, con l’analisi degli scenari futuri, le azioni da porre in essere per mitigare la crisi e coordinare le stesse.

“La situazione di grave criticità idrica è solo stata sfiorata e il blocco di tutte le derivazioni irrigue per garantire il solo uso umano, potrà ripetersi anche nelle prossime settimane, mettendo quindi a repentaglio il sistema irriguo e l’agricoltura” commenta il Presidente di Anbi Veneto Giuseppe Romano.

I Consorzi di bonifica, forti della loro capacità progettuale e della loro conoscenza del territorio, hanno deciso di incontrarsi e dare vita ad un gruppo di lavoro per risolvere le criticità dell’Adige.

Con il coordinamento di Anbi Veneto, i Consorzi di bonifica Delta del Po, Adige Po, Veronese, LEB, Adige Euganeo, Bacchiglione, Alta Pianura Veneta, si sono quindi riuniti, lo scorso 28 aprile presso la sala assemblee del Consorzio di bonifica Adige Po, per dare una risposta definitiva al problema della risalita del cuneo salino e a quello dei bassi livelli in prossimità delle derivazioni irrigue e potabili.

La soluzione prevede la realizzazione di una nuova barriera anti-sale alla foce dell’Adige, sul modello di quella nel tratto terminale del Brenta. Inoltre, sono in fase di studio alcune “traverse”, anche mobili, che hanno la finalità di innalzare i livelli a valle delle derivazioni, sia potabili che irrigue, per assicurare maggiori tiranti idraulici, garantendo quindi il funzionamento della barriera e delle pompe anche in condizioni di portate minori.

“Stiamo presentando al MIPAAF i progetti per l’ammodernamento delle infrastrutture irrigue consortili da finanziare con il Piano Irriguo Nazionale (PSRN misura 4.3.1)”.

Si tratta di importanti progetti di riconversione irrigua, che, solo se se finanziati, permetteranno di utilizzare la risorsa idrica in maniera più efficiente e oculata, con una riduzione dei prelievi sui fiumi.

La proposta verrà studiata, analizzata e progettata dal gruppo di lavoro dei Consorzi, attivando un confronto con la Regione del Veneto e l’Autorità di Distretto. L’obiettivo è quello di individuare le risorse finanziarie utili a risolvere la problematica.

“La reazione alle criticità e la capacità progettuale hanno sempre contraddistinto il lavoro dei Consorzi di bonifica che anche in questo momento di crisi sanno guardare avanti con lungimiranza affinché queste emergenze non si verifichino più”, conclude Giuseppe Romano.

BACCHIGLIONE | Un nuovo impianto idrovoro a Saccolongo

Terminata la bonifica bellica con esito favorevole da parte delle autorità militari, i lavori di costruzione dell’impianto idrovoro di Saccolongo hanno preso un concreto avvio.

È già stata realizzata, infatti, la barriera protettiva del futuro impianto idrovoro che, in caso di forti piogge, permetterà di scaricare le acque nel Bacchiglione con una portata di 1000 l/s limitando così il rischio di allagamento del quartiere circostante a via Bacchiglione. La consegna dei lavori dell’opera, affidata in concessione dalla Regione Veneto al Consorzio di bonifica Bacchiglione, era avvenuta lunedì 30 gennaio. (altro…)

Dalla siccità alla piena

Attivati ieri notte tutti gli impianti idrovori che recapitano nei fiumi Livenza e Monticano.

Una precipitazione cumulata di oltre 120 mm in 36 ore, misurata su Conegliano, ha determinato una piena moderata tale da far intervenire tutte le squadre reperibili degli operatori consorziali nella notte.
Dalle 18 di ieri sera abbiamo aperto anche lo scolmatore del fiume Meschio nella cava Merotto di Colle Umberto. Pur non essendo il torrente Meschio in nostra gestione ma del Genio Civile, l’intervento tempestivo ha consentito di contenere la piena nei centri situati a valle (Cordignano in primis).
Rilevanti e comprese tra 50 e 100 mm anche le precipitazioni nel bacino montano del Piave.

Il personale consorziale presidia da ieri sera la traversa di Nervesa sul Piave, non è il fiume a far paura, per ora si attesta su poco meno di 200 mc/s, ma la grande quantità di trasporto solido (ramaglie, vegetazione, alghe) che dopo mesi di tempo secco viene raccolta e trasportata dall’acqua limacciosa.
Di positivo c’è la speranza che le piogge diano un contributo importante ai laghi montani per la prossima stagione irrigua.