Peggio che nel 2012, è allarme siccità e la Regione va verso lo stato di crisi

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All’appello mancano tra i 150 e i 200 millimetri di pioggia rispetto alla normalità.

L’assenza di piogge, soprattutto in montagna, ha determinato in Veneto una situazione di grave siccità.

Secondo i dati Arpav, le falde sono ai minimi storici rispetto agli ultimi 20 anni (la stazione di Cittadella è in continua diminuzione con valori di 15 centimetri sotto ai minimi assoluti) e, se analizziamo il periodo storico che va da ottobre a marzo si sono registrati in media 170 millimetri di pioggia in meno, rispetto ai 350 millimetri attesi. Una situazione ancora più aggravata dal fatto che non c’è neve e quella poca che è scesa si è sciolta a causa delle anomale temperature di febbraio e marzo fino a tre gradi sopra la media.

Il vertice regionale

Questo il quadro tracciato nel corso del vertice per l’emergenza convocato in Regione del Veneto dagli Assessori regionali Giuseppe Pan e Gianpaolo Bottacin, al fine di individuare possibili soluzioni nel breve e nel medio periodo per l’approvvigionamento idrico e per l’uso irriguo.

Giuseppe Romano, Presidente di ANBI Veneto (Unione Regionale Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e Acque Irrigue): “La dichiarazione dello stato di crisi darà priorità all’acqua per uso idropotabile e irriguo. Inoltre si farà in modo che i grandi serbatoi montani conservino più acqua possibile per quando ce ne sarà bisogno in estate.”

C’è soddisfazione riguardo alla decisione di aprire un tavolo tecnico con le Province autonome di Trento e Bolzano affinché i loro bacini alimentino l’Adige, oggi in una situazione disperata.

Già da alcuni giorni infatti in alcuni corsi d’acqua come il Piave e l’Adige, si evidenzia un acuirsi ancor maggiore della criticità della portata. A Boara Pisani la portata dell’Adige è di 50 metri cubi al secondo, quando non si dovrebbe mai scendere sotto agli 80. Ciò favorisce la risalita del cuneo salino dal mare all’interno della foce impedendo la derivazione d’acqua a scopi irrigui ma anche l’approvvigionamento a fini idropotabili degli acquedotti di Isola Verde, Chioggia e Albarella.

L’indicazione venuta dall’incontro regionale ipotizza una soglia del 20 per cento ma adesso i consorzi stanno verificando le necessità zona per zona, in modo da arrivare a stendere un provvedimento il più possibile vicino alla situazione reale.

 

Dopo mesi di siccità che ha colpito il nord Italia – ha sottolineato Pan – la situazione si prospetta molto preoccupante per il mondo agricolo, che si trova in sofferenza in un momento delicato come quello della semina. Vanno quindi trovate soluzioni per garantire la disponibilità d’acqua in base a precise priorità. Per quanto riguarda il mondo agricolo, bisognerà capire anche come comportarsi in tema di assicurazioni.

Anche l’assessore Bottacin, dopo aver rimarcato che non piove da molto tempo e in montagna non è nevicato, ha detto che c’è da aspettarsi che la situazione non cambi nei prossimi giorni. Bisogna fare i conti con la poca acqua che c’è e gestirla nel miglior modo possibile.