Nel pomeriggio di lunedì 27 marzo tutti i sindaci del Polesine, nella sala consigliare di Palazzo Celio, per assistere alla presentazione al pubblico del progetto Teodorico, fatta da una delegazione della società Po Valley responsabile del progetto. Si tratta di una piattaforma che sorgerà come definisce la legge, ad oltre 12 miglia dalla linea di costa nel ravennate, ma troppo vicina secondo le istituzioni polesane, al nostro territorio. Secondo i tecnici del progetto che si avvalgono del parere di un esperto dell’Università di Padova, l’estrazione non sarà impattante per le nostre coste. Ma il direttore generale del consorzio di bonifica Adige Po, Giancarlo Mantovani, smentisce le osservazioni della società responsabile del progetto e chiede il parere di una commissione di esperti. Presenti, oltre ai sindaci del Polesine, anche l’onorevole Diego Crivellari ed i consiglieri regionali Patrizia Bartelle e Graziano Azzalin che si faranno promotori in Regione sicuri di ottenere tutto l’aiuto necessario.

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Rovigo – “In Polesine abbiamo i pesci che nuotano più in alto del mangime che beccano le galline nelle nostre campagne”. Sono le parole del direttore generale del Consorzio di bonifica Adige Po, Giancarlo Mantovani, che ben rappresentano il problema della subsidenza del nostro territorio che si trova ben sotto il livello del mare e che continua a sprofondare. “Siamo scesi di 3 metri in 20 anni – continua Mantovani – Siamo polentoni ma non scemi: non troviamo alcun riscontro tra i fatti e la relazione che ci avete presentato”. Mantovani si riferisce alla relazione di Daniele Manzorati, geologo di giacimento della Po Valley che nel pomeriggio di lunedì 27 marzo ha illustrato ai sindaci polesani il progetto Teodorico, una piattaforma per l’estrazione di metano che sorgerà al largo delle coste del ravennate. Il Polesine non ha voce in capitolo, non gli è stato chiesto un parere. Ma non ha neppure intenzione di starsene con le mani in mano di fronte a quello che potrebbe comportare danni al territorio. Danni che ben conosciamo. Parliamo infatti del fenomeno della subsidenza ovvero dell’abbassamento delle coste e di tutto quello che comporta per il Delta che già è sprofondato di metri negli ultimi anni.

Per questo le istituzioni polesane fanno fronte comune per dire no, o, se non altro, per chiedere un parere super partes di una commissione di esperti, per nulla convinti della relazione presentata dalla società. L’area interessata dalla futura piattaforma Teodorico si trova oltre le 12 miglia dalla linea di costa, come prevede la legge e, secondo Po Valley, Teodorico fornirebbe l’1% della produzione nazionale di gas, generando un gettito di royalties e imposte. E sempre secondo Po Valley la subsidenza legata al progetto Teodorico risulterebbe circoscritta alle immediate vicinanze del giacimento, annullandosi completamente già ad elevata distanza dalla costa (circa 20 km). Inoltre creerebbe, sempre secondo la società responsabile del progetto, circa 300 posti di lavoro. Ma solo nella realizzazione del progetto infatti sulla piattaforma non ci saranno poi uomini al lavoro.