Si è concluso qualche giorno fa un significativo intervento di sistemazione dello scolo di via Monte Ortigara a Curtarolo, realizzato dal Consorzio di bonifica Brenta in collaborazione con il Comune.
Il corso d’acqua è stato in parte tombinato ed in parte risezionato o canalizzato, rispettivamente per 45 e 90 metri. La sezione è stata adeguatamente dimensionata per fronteggiare gli eventi meteorici più intensi, che si verificano in misura sempre maggiore negli ultimi anni, sia per gli effetti dell’urbanizzazione diffusa, sia per i cambiamenti climatici in atto.
Lo scolo ha pendenza tale da convogliare le acque nel vicino scolo Pieve, che pure è stato oggetto di un cospicuo intervento di sistemazione da parte del Consorzio un paio di anni fa.
Il canale di via Monte Ortigara non è consorziale, ma ha una certa importanza; pertanto Comune e Consorzio hanno valutato congiuntamente l’opportunità di intervenire, ripartendosi gli oneri: i materiali a carico del Comune, personale e mezzi d’opera a carico del Consorzio.
Il tema dei fossi cosiddetti minori è di particolare attualità: essi a volte rischiano di essere considerati ‘di nessuno’, mentre meritano interesse al pari dei canali principali che già il Consorzio gestisce. Lo sapevano bene i nostri nonni e padri, che se ne occupavano attivamente, mentre i tempi moderni hanno purtroppo spesso portato a
stati di abbandono. Al riguardo, la nuova legge regionale 12 del 2009 ha cercato di porre un rimedio, con un apposito articolo, il numero 34, stimolando l’attenzione su questi vettori idrici che, pur essendo più ridotti di dimensione, sono molto numerosi e se opportunamente tenuti in vita possono fornire un notevole aiuto nella prevenzione del rischio idraulico, con la loro capacità di invaso.
I lavori sono iniziati il 19 agosto e sono terminati il 13 settembre, per un costo totale di circa 30.000 euro, suddiviso tra Comune e Consorzio. Anche questo è un modo per affrontare i problemi: la sinergia tra gli Enti locali e i Consorzi sta diventando il metodo migliore per prendere in mano situazioni precarie e risolverle, operando proficuamente per il bene comune; a volte è l’unico modo, visto che dallo Stato o dalla Regione non arrivano i fondi che in passato erano disponibili per interventi nel campo idraulico, tenuto conto delle note condizioni di crisi economica. Non dimentichiamo che ‘bonifica’ vuol dire proprio ‘far bene’!