Le modeste piogge di lunedì notte, pari a pochi millimetri, non hanno fatto cessare le preoccupazioni: se non pioverà ancora saremo in emergenza. Le falde sono ancora molto basse, le risorgive ridotte ai minimi termini e l’assenza di neve in montagna non dà al fiume Brenta grandi potenzialità.

E’ bene quindi avvisare fin d’ora che potrebbe essere difficile garantire la stagione irrigua, essenziale per l’agricoltura del nostro comprensorio, e al contempo assicurare un adeguato livello d’acqua nei canali che pure ospitano fauna ittica.

In particolare, a causa di un inverno particolarmente siccitoso, il sistema di canali alimentati dalle risorgive risente ancor oggi di portate nettamente limitate rispetto alla consuetudine. Non poche rogge sono addirittura a rischio di temporanea asciutta, in particolare le seguenti: roggia Tergola da Bressanvido a valle; roggia Cumana da Poianella a valle; fiume Tesina sbarramento delle Vamporazze a Sandrigo; invaso Longhella per derivazione bocchetto Galletto a Bressanvido; roggia Palmirona a Sandrigo fronte peschiere; roggia di Breganze da Fara Vicentino a valle; roggia Grimana Nuova a Carmignano di Brenta; roggia Ceresoncello a San Pietro in Gu; roggia Moneghina a Bolzano Vicentino. Le situazioni di criticità idrica potrebbero anche portare ad eventuali malaugurate morìe di pesce, e a tal fine abbiamo già avvisato le Province e le Associazioni dei Pescatori. Già a fine aprile si era verificata una situazione di incipiente crisi del sistema idrico: le derivazioni d’acqua nei canali erano arrivate addirittura a valori di portata metà di quella media stagionale, e nel Brenta la situazione non era migliore, con valori di deflusso molto ridotti.

Le piogge di fine aprile – primi di maggio avevano concesso una tregua. Le portate nel Brenta, provenienti dalle zone montane, erano risalite ed il bacino del Corlo, che invasa le acque del torrente Cismon (principale affluente del Brenta) si è riempito, costituendo una preziosa riserva d’acqua per l’estate. Esso tuttavia, per quanto fondamentale, può assicurare nei momenti di caldo un’autonomia solo di 20-30 giorni. La anomala siccità era stata riscontrata ancor prima; infatti già da dicembre, come si ricorderà, il Consorzio di bonifica Brenta aveva dovuto mettere in asciutta straordinaria una serie di canali in una vasta area.

D’altro canto, il Consorzio ha costantemente lavorato in inverno e in primavera per quanto di propria competenza, con una serie di interventi e manutenzioni preparatorie alla stagione irrigua e svariati lavori in campagna, su canali manufatti ed impianti. Questo notevole impegno rischia di essere vanificato se il clima non cambierà. Restano quindi forti le preoccupazioni per la stagione irrigua, tanto che la Regione Veneto ha emesso recentemente un’ordinanza presidenziale dichiarando lo stato di crisi idrica ed imponendo una serie di azioni. Si tratta tuttavia di provvedimenti emergenziali, pur condivisibili, ed è un peccato che si debba arrivare a questi estremi quando da anni i Consorzi di bonifica hanno proposto, inascoltati, una serie di opere idrauliche di grande importanza. In particolare torna d’attualità la realizzazione del nuovo serbatoio sul torrente Vanoi, affluente del Brenta in zona montana, in modo da costituire una riserva d’acqua di cui in stagioni come queste si sente l’assenza. Anche la trasformazione irrigua consentirebbe l’utilizzo irriguo con notevoli risparmi idrici, ma è ormai da parecchi anni che non sono previsti finanziamenti pubblici per la realizzazione di questo tipo di opere. A giugno è previsto un bando del Ministero delle Politiche Agricole, ma i fondi a disposizione rischiano di non bastare per tutte le richieste che perverranno a livello nazionale. Se proseguirà questa situazione, come nel 2015 probabilmente saremo costretti a turnare le rogge, in particolare quelle della zona alta per far arrivare acqua a quelle più a valle, dove le risorgive sono in forte crisi. Per questo invitiamo gli agricoltori in questi giorni ad utilizzare il più possibile i propri turni irrigui e ad irrigare, perché fra una settimana o due in alcune zone potremmo essere costretti al provvedimento di sospensione.