Il consorzio di bonifica di Adige Po dalla voce dei suoi rappresentanti fa serve più collaborazione tra consorzi, Comuni ed istituzioni vista l’incidenza e la frequenza sempre maggiori di fenomeni legati al cambiamento climatico, non si può inoltre ignorare la sicurezza idraulica e bisogna garantire una corretta efficenza e manutenzione degli impianti ed anche di fiumi e scoli

Rovigo – “L’alluvione del novembre ’51 è ormai solo un ricordo ma deve insegnare che l’acqua, bene prezioso e insostituibile sia per uomo che per l’agricoltura, va tenuta costantemente sott’occhio”. Lo sostiene Mauro Visentin (foto a lato), presidente del consorzio di bonifica Adige Po che sottolinea anche l’ “esigenza, oggi più che ieri, di una maggiore collaborazione tra consorzi, Comuni ed istituzioni attraverso con incontri, scambi di idee e progetti vista l’incidenza e la frequenza sempre maggiori di fenomeni legati al cambiamento climatico, vedi le varie bombe d’acqua, alluvioni e smottamenti che hanno gravi ricadute e ripercussioni per il territorio e la gente che vi abita. Quanto al mio ruolo in seno all’Anbi Veneto auspico un sempre più efficace coordinamento con i vari colleghi presidenti ma anche con la politica regionale per far sì che la priorità della sicurezza idraulica non venga mai messa in discussione. La nostra attenzione resta in ogni caso vitale sul prossimo Piano irriguo nazionale e sui fondi che la politica centrale metterà a disposizione della bonifica”.

“In un territorio come il Polesine – fa eco il direttore Giancarlo Mantovani – che si trova interamente sotto il livello dei fiumi e per gran parte anche sotto quello del mare, dove ogni goccia d’acqua dev’essere sollevata dalle idrovore e dove i problemi della subsidenza sono visibili ad occhio nudo, non si può ignorare la sicurezza idraulica sia essa quella verso le cause esterne di allagamento (vedasi fiumi e mare) che quella verso le cause interne (es. fognature, rete di bonifica, fossi e scoline private).

Negli anni – spiega ancora il direttore – sono stati realizzati ingenti lavori di adeguamento delle arginature, sono state potenziate le idrovore e la rete di scolo che ci mettono al sicuro da eventi meteorici anche intensi ma è stata dimenticata la buona pratica della manutenzione della rete privata: in una parola, fossi e scoline sono scomparsi perché fastidiosi. Ciò vanifica i lavori eseguiti ed è oggi causa principale di allagamenti soprattutto nelle aree in fregio ai centri abitati: è necessaria quindi un’inversione di tendenza ed il mantenimento degli invasi sia nelle aree agricole che in quelle urbane per garantire il rapido sgrondo delle acque ed evitare gli allagamenti causati da bombe d’acqua”.

“Siamo costantemente in prima linea per garantire efficienza e manutenzione grazie a una presenza capillare sul nostro territorio”. Il vice direttore Giovanni Veronese chiude invece con il punto sulla situazione dei lavori e parla di “livello di grande professionalità e di eccellenza raggiunto nel tempo grazie a corsi di formazione, aggiornamento continuo ma soprattutto un sistema di reperibilità e turnazione che garantisce un pronto intervento anche in situazioni di emergenza. Sul fronte operativo – continua Veronese – stiamo adeguando il parco progetti ai vari eventi climatici e alle esigenze del territorio quali insediamenti e nuove tecniche di irrigazione e coltivazione e nei nostri ottanta impianti irrigui e lungo i 1713 chilometri di canali proseguono interventi anche importanti dal punto di vista economico per garantire funzionalità ed efficienza e quindi sicurezza”.

Il risultato, d’altro canto, è sotto gli occhi di tutti: gli enormi passi avanti compiuti in materia di ingegneria idraulica negli ultimi trent’anni e il raggiungimento di un elevato standard di sicurezza ha portato a realizzazioni di opere prese a modello ed esempio anche fuori dai confini del territorio nazionale.

 

Rovigo Oggi