“Se, per il mancato allarme alluvione della notte scorsa a Genova, ci sono responsabilità, chi di dovere le accerterà, ma troppo spesso ci dimentichiamo che quelle meteorologiche sono pre-visioni a testimoniare quanto imprevedibile sia, per definizione, la natura.”

Ad affermarlo è il neoPresidente A.N.B.I. (Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni), Francesco Vincenzi.

Ciò che realmente sconcerta – prosegue – è quanto poco sia stato realizzato in tre anni per mettere in sicurezza Genova da un’altra disastrosa alluvione. Ribadiamo che il problema della sicurezza idrogeologica in Italia non è prioritariamente un problema di risorse, ma di volontà politica e lentezze burocratiche. Il lavoro dell’Unità di Missione contro il Rischio Idrogeologico ora lo ha dimostrato, individuando, nelle more dei bilanci pubblici, circa 2.400 milioni di euro non spesi e destinati ad interventi a tutela del territorio. Il programma di lavoro #italiasicura prevede, entro il 2015, l’apertura di circa 3.000 cantieri in tutta Italia con un investimento di oltre 3 miliardi e mezzo di euro. I Consorzi di bonifica sono pronti per quella, che gli eventi dimostrano essere diventata una corsa contro il tempo. Serve, però, una grande azione di prevenzione civile perché è necessario assumere una nuova coscienza collettiva; un esempio: in Liguria, secondo una nostra elaborazione, tra il 1990 ed il 2016 si saranno persi 72.440 ettari di superficie agricola, cioè il 13,3% della superficie regionale con evidente aggravio delle problematiche idrogeologiche. Insomma, come dice lo slogan della campagna lanciata ieri: solo se la si cura, l’Italia è più sicura.”

 

ANBI