“Il sistema dei consorzi di bonifica si conferma come il grande custode del territorio, non solo per l’entroterra regionale solcato dagli oltre 26 mila chilometri di corsi d’acqua in gestione, ma anche per quei territori di costa, dove le acque dolci incontrano il mare – spiega il presidente di ANBI Veneto Alex Vantini -. Comuni denominatori tra territori agricoli e lagune sono l’acqua come risorsa basilare, la biodiversità che deve sempre essere tutelata e, soprattutto, attività produttive da preservare e valorizzare.”

Il consorzio di bonifica Delta del Po è soggetto attuatore del piano di “Interventi per la vivificazione degli ambiti lagunari del Delta del Po” finanziato dalla Regione del Veneto tramite FSC 2021-2027.

14 milioni di euro per vivificare le lagune tra il Po e l’Adige, ripristinando la corretta idrodinamica e preservando così, o addirittura migliorando, i prerequisiti dell’ittiofauna. A fini ambientali ma anche a servizio di pesca e acquacoltura.

I dettagli sono stati illustrati in un convegno, molto partecipato, a Taglio di Po.

Dati alla mano la correlazione è evidente: ai finanziamenti per la manutenzione delle lagune corrisponde un aumento della produttività, e dunque della redditività, per le attività legate alla pesca e all’acquacoltura. Prerequisiti per lo sviluppo dell’ittiofauna sono, infatti, precisi valori di ossigenazione e salinità, e le dinamiche di interscambio tra acqua dolce, acqua salmastra e mare. Tutti aspetti che si verificano là dove le lagune presentano bocche di porto, barene, canali in grado di garantire la corretta idrodinamica e preservare l’ambiente dagli effetti delle erosioni, delle sedimentazioni, degli eccessi di acqua salata o dolce. Aspetti che richiedono interventi di manutenzione ambientale possibili solo con adeguate dotazioni finanziarie.

Il grafico illustrato dal direttore del consorzio di bonifica Delta del Po Rodolfo Laurenti nel corso del convegno “Delta, lagune, aree costiere. Una nuova sostenibilità ambientale, economica e sociale”, promosso dal consorzio stesso e tenutosi ieri presso il Museo Regionale delle Bonifiche Ca’ Vendramin a Taglio di Po (Ro), non lascia dubbi: al picco dei finanziamenti regionali per la manutenzione delle lagune di Scardovari, Canarin, Barbamarco (4,68 milioni di euro nel 2009) fa seguito il picco di produttività (oltre 100.000 quintali di vongole nel 2010); al crollo dei finanziamenti, segue un calo progressivo della produttività.

Ecco, dunque, che le nuove risorse FSC 2021-2027 stanziate dalla Regione del Veneto per il progetto “Interventi per la vivificazione degli ambiti lagunari del Delta del Po” rappresentano per le lagune di Rosolina, Porto Viro e Porto Tolle un aiuto fondamentale con finalità ambientali, paesaggistiche, economiche e sociali. Voluti fortemente dall’assessore regionale al Territorio, alla Caccia e alla Pesca Cristiano Corazzari, si tratta di 14 milioni di euro che verranno gestiti dal Consorzio di Bonifica Delta del Po in qualità di soggetto attuatore per l’escavo di nuovi canali, il ripristino di canali già esistenti, il consolidamento, la ridefinizione e la realizzazione ex novo di barene. Un grande piano, già avviato nella fase di assegnazione dei rilievi, che entrerà nella fase di progettazione entro l’estate e che si tradurrà in sei anni (dal 2026 al 2031) di lavori suddivisi su più lotti funzionali.

Coinvolte le lagune Caleri, Marinetta e Vallona, Barbamarco, Basson, Canarin, Scardovari, vale a dire gran parte degli 8.844 ettari di lagune del Delta del Po.

Chiara la duplice finalità: da un lato tutelare uno degli ecosistemi acquatici più affascinanti e ricchi di biodiversità al mondo, dall’altro preservare e migliorare le condizioni per le attività produttive, in primis quelle relative alla pesca, ma con un occhio di riguardo anche al turismo lento, capace di attrare visitatori dall’estero interessati agli aspetti paesaggistici e ambientali.

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Le dichiarazioni

L’assessore regionale al Territorio,  alla caccia e alla pesca Cristiano Corazzari ha evidenziato come la mancanza di lavoro sia causa di spopolamento e di una minore cura del territorio, ne conseguono dinamiche che mettono a rischio la biodiversità. Corazzari ha inoltre spiegato come il ripristino degli ambiti lagunari richieda un approccio flessibile che tenga conto di molti aspetti – ambientali, idraulici, ingegneristici, produttivi e sociali – un approccio, appunto, che rientra nell’essenza stessa dei consorzi di bonifica.

“Il consorzio vede riconosciuta ancora una volta la sua capacità operativa ma anche il grande senso di responsabilità ambientale – spiega Virginia Taschini, presidente del consorzio Delta del Po – le lagune sono ambiti estremamente delicati dove si deve intervenire con molteplicità di competenze e una visione ecosistemica generale come quella che adottiamo quotidianamente nel lavoro di manutenzione idraulica nelle aree urbane e rurali”.

“Non c’è sostenibilità ambientale senza sostenibilità economica delle attività produttive – spiega il presidente di ANBI Veneto Alex Vantini –. Intervenendo in contesti complessi come gli ambiti lagunari il sistema della bonifica si conferma come custode di tutto il Veneto.”

“Serve un modello economico che ponga al centro la valorizzazione dei territori, in questo approccio i consorzi di bonifica saranno centrali anche per la capacità di operare in ogni contesto ambientale,” ha affermato il presidente nazionale di ANBI Francesco Vincenzi.

Al convegno ha preso parte anche Sergio Grego, direttore del consorzio di bonifica Veneto Orientale e segretario dell’associazione Delta Med, che ha evidenziato alcune problematiche comuni dei territori di foce: subsidenza, cuneo salino, cambiamenti climatici.

Presenti anche le tre organizzazioni agricole e la dott.ssa Cristina Milinari, dell’Unità Operativa Pianificazione e Gestione Ittica della Regione del Veneto.

Il convegno si è tenuto nel contesto ampio della Settimana Nazionale della Bonifica e #PoDeltaSWEEK2025

Venezia, 28 maggio 2025