La Terza commissione permanente del Consiglio regionale del Veneto ha affrontato la scorsa settimana il tema dell’emergenza idrica in Veneto e il suo impatto in agricoltura ricevendo in audizione anche i Consorzi di bonifica. Sono emerse due criticità, ossia la mancanza di nevicate nel corso dell’inverno e di piogge nel prosieguo dell’anno, mancanze che hanno provocato importanti criticità sia a livello delle sorgenti montane sia a quello delle falde di pianura. Se da un lato il livello delle sorgenti montane appare in ripresa, rimane ai minimi storici il livello delle falde.
Nel mese di aprile i problemi sono apparsi evidenti per tutti i corsi d’acqua regionali; particolarmente critica la situazione dell’Adige, la cui portata di 25 metri cubi al secondo rappresenta il minimo storico assoluto.
È giusto ricordare che oggi sull’Adige gravano forti pressioni dovute ai vari utilizzi della risorsa idrica, tra cui: i bacini idroelettrici montani, le varie derivazioni irrigue che alimentano un’area agricola di circa 250mila ettari di produzioni DOP e di eccellenza, oltre agli usi idropotabili nel Polesine. Un equilibrio alterato che ha prodotto la risalita del cuneo salino.

Nella fascia pedemontana Le falde sono ancora molto basse, le risorgive ridotte ai minimi termini e l’assenza di neve in montagna non dà al fiume Brenta grandi potenzialità.
E’ bene quindi avvisare fin d’ora che potrebbe essere difficile garantire la stagione irrigua, essenziale per l’agricoltura del nostro comprensorio, e al contempo
assicurare un adeguato livello d’acqua nei canali che pure ospitano fauna ittica.
Il Consorzio Brenta ha invitato gli agricoltori ad utilizzare il più possibile i propri turni irrigui e ad irrigare, perché fra una settimana o due in alcune zone potremmo essere costretti al provvedimento di sospensione.

Il Presidente della terza commissione, a fronte dei problemi provocati dalla mancanza di precipitazioni e della situazione di particolare criticità in cui versa l’Adige, ha proposto una soluzione mediana, ovvero un atto politico che permetterà alla Giunta di predisporre un Piano Irriguo Regionale per prevedere e prevenire queste situazioni che ormai si presentano con una certa ciclicità e che tengano conto del fatto che la Regione Trentino Alto Adige dovrà essere coinvolta. I Consorzi di bonifica hanno dei progetti già pronti per contrastare il cuneo salino ma anche per l’infrastrutturazione della rete irrigua.