La calura tropicale che si è vissuta e la conseguente problematica gestione delle scarse risorse idriche hanno infatti messo a dura prova l’Ente. Il Consorzio, al proposito, ha dovuto esplicare azioni straordinarie:
– quelle messe in atto dal 22 al 27 luglio, sospendendo per 5 giorni l’irrigazione ad una zona del territorio servita da acque di Brenta per salvare un’altra zona più a valle che aveva fatto registrare gravissime carenze dovute al notevole abbassamento delle falde, cosicché le risorgive fornivano apporti molto limitati;
– quella di sospensione alternata dei turni irrigui dei canali consortili, a far data dal 14 agosto in poi, a seguito dell’esaurimento delle riserve idriche montane presso i serbatoi del Corlo e del Senaiga sul torrente Cismon affluente del Brenta.
I provvedimenti emergenziali hanno consentito di salvare le produzioni agricole anche perché nel frattempo il mais (coltura agraria che interessa significativa parte del territorio interessato) è giunto a maturazione e quindi non ha più avuto necessità di essere irrigato. Con la fine di agosto inoltre il clima è cambiato e la situazione è tornata sotto controllo. Tuttavia quanto vissuto dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, che gli invasi sono fondamentali e che bisogna realizzarne degli altri, per tesaurizzare l’acqua nei momenti di abbondanza e rilasciarla quando invece scarseggia.
Al proposito, il Consorzio caldeggia da tempo un nuovo serbatoio sul torrente Vanoi, affluente del Cismon, che potrebbe avere una funzione sia per prevenire le piene fluviali che, appunto, come scorta idrica.
E’ un tema che da molti anni è sul tappeto. E’ vero che l’invaso del Vanoi ricadrebbe non solo in Veneto, ma anche in Trentino, per cui non è facile la sua attivazione, ma si deve guardare all’interesse generale e cercare di collaborare in uno spirito di reciproca solidarietà, come sta avvenendo per altre importanti infrastrutture come l’autostrada Valdastico Nord. Il provvidenziale flusso d’acqua nelle reti consortili (un sistema che si dirama capillarmente nel territorio, a partire dai grandi canali, passando per le rogge intermedie e fino ai piccoli canaletti che raggiungono i singoli appezzamenti, e che è attivo fin dai tempi della Serenissima) non è importante solo per le colture agrarie, ma anche dal punto di vista ambientale, per garantire la fauna ittica e la flora riparia, nonché sotto l’aspetto igienico-sanitario, essendo spesso i canali consortili recapito di depuratori per cui le acque correnti offrono un benefico effetto di vivificazione.
Si segnala inoltre che il Consorzio, ancora nel 2009, ha consegnato al Ministero delle Politiche Agricole ben cinque progetti di trasformazione irrigua, esecutivi e cantierabili, che se venissero finanziati contribuirebbero a ridurre i prelievi idrici grazie all’utilizzo di metodi di adacquamento con minori consumi. Tuttavia, l’auspicato Piano Irriguo Nazionale, che avrebbe dovuto coprirne la spesa, non è stato finora finanziato dallo Stato.