Studenti olandesi in visita alle opere idrauliche del Leb. Il maxi canale artificiale, costruito a Cologna negli anni Settanta per «dissetare» le campagne del Veronese, Vicentino e Padovano è diventato nei giorni scorsi materia di studio per una scuola internazionale, finanziata dalla Fondazione Unesco-IHE (International institute for hydraulics and environmental engineering). Si tratta della più grande organizzazione al mondo che si occupa esclusivamente di educazione professionale post-universitaria sull’acqua. L’istituto ha sede a Delft, nei Paesi Bassi. Sono stati una trentina gli studenti della IHE che hanno fatto tappa in via Tiro a segno, sede del Consorzio Leb. I giovani, con un’età media di 30 anni, originari di nazioni diverse, sono stati accolti dal neo presidente Luciano Zampicinini, dal direttore Stefano Rigetti e dal tecnico Matteo Dani.

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Si stanno specializzando in irrigazione e gestione delle risorse idriche. Hanno dunque intrapreso un viaggio di studio nei Paesi dell’Unione europea, tra cui l’Italia. Hanno scelto di studiare il Leb sia per la complessità progettuale e strutturale dell’opera che per il suo utilizzo multiplo. Il canale preleva acqua dall’Adige a Belfiore, compie un percorso a cielo aperto lungo 16 chilometri fino a Cologna, poi diventa un collettore sotterraneo e raggiunge Cervarese Santa Croce, nel Padovano, viaggiando per altri 28 chilometri. È espressione di tre Consorzi di bonifica ed opera su un comprensorio di quasi 350mila ettari. La superficie totale dei distretti irrigui è di circa 172.500 ettari, la superficie agricola utilizzata è di 137.500 ettari e la superficie irrigata è di quasi 83mila ettari. Le opere di derivazione sono 43. È un’opera fondamentale per l’agricoltura dell’Est e del Basso veronese. Ed è anche indispensabile per il risanamento del Fratta-Gorzone, fiume che riceve i reflui conciari della Valle del Chiampo. Gli studenti olandesi sono stati accompagnati dalla docente e ricercatrice dell’IHE Annelieke Duker. Hanno visitato l’opera di presa del Leb a Belfiore mentre a Cologna hanno potuto osservare il nodo idraulico del Guà, che comprende l’opera di scarico e di presa nel fiume, la vasca di carico e sedimentazione delle sabbie, nonché l’impianto di sostegno e regolazione. Si sono dunque spostati a Barbarano Vicentino, dove hanno potuto vedere la derivazione sul canale Bisatto. È un nodo importante sia per l’irrigazione del Basso padovano e vicentino che per la difesa del suolo. Quando il Bisatto aumenta oltremodo la sua portata, in caso di eventi atmosferici eccezionali, il Leb provvede a deviare le piene al fiume Bacchiglione. «Sono molto soddisfatto che questa scuola internazionale abbia scelto di visitare il Leb», ha commentato il presidente Zampicinini al termine della visita. «Questo ci fa comprendere l’importanza assunta dal canale irriguo veneto a livello europeo». Zampicini ha invitato le scuole a farsi avanti. «Siamo aperti e disponibili alle visite guidate delle scolaresche. Per noi, addetti del settore, è di vitale importanza che i ragazzi tocchino con mano la realtà dei Consorzi e le attività fondamentali svolte dagli stessi a beneficio del territorio». Dopo aver visitato le strutture del Leb, gli studenti si sono spostati a Venezia per studiare il Mose.