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“LE VIE D’ACQUA PROTAGONISTE AD “EXPERIA” SU RAI 2 E SUL WEB”

“Finalmente il servizio pubblico si avvicina con taglio televisivo moderno al mondo della Bonifica, asse portante del sistema idrico italiano. Non solo l’agricoltura di pregio, ma l’ambiente più in generale dipende dall’attività dei nostri consorzi”: questo l’orgoglioso commento del Presidente ANBI (Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue), Francesco Vincenzi, alla presentazione ufficiale, nell’ambito di Expo Milano, della serie televisiva Experia ideata e condotta dal regista e videomaker, Guido Morandini per RAI Expo; si tratta di 12 documentari (durata: 28’ ciascuno), che rappresentano altrettante tappe nell’Italia al tempo dell’Esposizione Universale 2015.E’ un prodotto televisivo crossmediale che, dopo l’emissione su RAI 2 (ore 23.55, a partire da venerdì 12 Giugno prossimo), sarà disponibile sulla piattaforma di RAI Expo. Almeno 4 sono i video, in cui sono protagonisti i consorzi di bonifica: “Terre d’Acque –Il canale Cavour e il riso” (Associazione Irrigazione Ovest Sesia con sede a Vercelli); “Un Po a sud – Il Canale Emiliano Romagnolo e i suoi frutti” (Consorzio di 2° grado C.E.R. con sede a Bologna); ”Sole, sale, Sele” (Consorzi di bonifica “Capitanata” con sede a Foggia e “Destra Sele” con sede a Salerno); “Venezia/Milano – Dall’Arsenale alla Darsena (Consorzi di bonifica “Chiese” con sede a Calcinato nel bresciano; “Est Ticino Villoresi” con sede a Milano e “Veronese” con sede nella città scaligera).

“Le telecamere di Experia – conclude il Presidente ANBI – hanno superato l’immagine storica della Bonifica per presentarne gli aspetti moderni e quotidiani attraverso le testimonianze di operatori consorziali, ma anche degli abitanti di aree, che devono la loro esistenza all’attività dei consorzi. Ne esce l’immagine di un’ “Italia che non si arrende”, conscia che la valorizzazione del territorio e delle sue eccellenze sia strada imprescindibile per la ripresa dell’economia italiana.

Diga, “le campagne sono a rischio”

“Basta calare i progetti dall’alto, bisogna coinvolgere chi vive e lavora sul territorio”

“Il nostro territorio ha problemi di natura idraulica che gli enti consortili affrontano quotidianamente: stupisce, a fronte di questo, leggere di qualche intellettuale che parla di progetti che pensano al solo utilizzo economico della risorsa-acqua”. Dura la presa di posizione del presidente del Consorzio di Bonifica Adige Po Mauro Visentin sulla questione della diga a monte di Badia Polesine, che tiene da banco sui quotidiani da qualche giorno.

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DIGA DEVASTANTE

Non solo i sindaci di Badia Polesine e di Barbona in provincia di Padova protestano per la progettata diga sull’Adige per produrre energia elettrica, ma anche il direttore del Consorzio di Bonifica Delta del Po, ingegnere Giancarlo Mantovani, «per la mancata informazione». Il 26 maggio Mantovani ha inviato una lettera al Dipartimento Difesa Suolo e Foreste – sezione Bacino Idrografico Adige Po – di Rovigo la lettera “Con riferimento all’iniziativa in oggetto Istanza della Lagarina Hidro Srl per autorizzazione e concessione per derivazione di mod. medi 1.532,299 (pari a 153 metri cubi al secondo, ndr.) di acqua pubblica dal fiume Adige in località La Rosta del comune di Badia Polesine, per uso idroelettrico …”, della quale questo Consorzio non è stato informato nonostante sia noto il problema delle conseguenze derivanti dalla risalita del cuneo salino e del trasporto solido che può compromettere l’equilibrio delle zone di costa, al fine di poter analizzare il progetto e formulare le proprie (doverose e competenti, ndr.) considerazioni circa le importantissime conseguenze sugli aspetti irrigui ed ambientali in caso di realizzazione di tale opera sul fiume Adige a monte della Provincia di Rovigo, si chiede con la massima tempestività copia, anche in formato digitale, del progetto presentato dalla ditta Lagarina Hidro srl. Succesivamente verrà inoltrata la richiesta di avere copia degli eventuali altri pareri già espressi da altre amministrazioni». Il progetto richiesto dal direttore Mantovani e stato inviato al Consorzio Delta del Po solo il 28 maggio. Ora, gli uffici consorziali stanno esaminandolo per verificare se lo stesso tiene conto delle conseguenze sulla risalita del cuneo salino, il trasporto solido e la possibilità di continuare a derivare acqua irrigua utilizzando le esistenti strutture irrigue consorziali, che possono danneggiare non solo il delta con le sue specificità naturali-ambientalistiche e produttive, ma anche tutti i territori a valle della progettata barriera.