Il Consiglio di Amministrazione del Consorzio di bonifica Acque Risorgive ha approvato il progetto definitivo del secondo stralcio dell’oasi di Noale, più conosciuta come ‘ex cave Cavasin’. Con la conferma del finanziamento di 2 milioni 272 mila euro da parte della Regione Veneto sarà ora possibile completare l’intervento che rappresenta per Noale un fiore all’occhiello, sia in termini idraulici che naturalistici. L’oasi è infatti un sito di interesse comunitario che, grazie alla qualificata opera del comitato Wwf a cui è affidata la gestione, richiama l’interesse di appassionati e scolaresche per la presenza di specie rare di fauna e flora. Ora il progetto verrà spedito alla commissione regionale di Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.) per il competente parere di compatibilità ambientale e contestuale approvazione, cui seguirà la progettazione esecutiva e l’appalto dei lavori.
Il secondo stralcio del progetto che consentirà di creare un unico sistema di bacini per una superficie interna totale di circa 12 ettari, riguarda l’area posta a sinistra del Rio Draganziolo. Dopo che 10 anni fa è stato realizzato un primo stralcio dell’Oasi, ora il Consorzio ha approvato il progetto della seconda parte, che prevede la creazione di un’area umida finalizzata alla fitodepurazione delle acque derivate dal Draganziolo e la realizzazione di manufatti e paratoie attraverso tecniche che riducano al minimo l’impatto ambientale.
“Salutiamo con favore questa approvazione – ha dichiarato il Sindaco di Noale Patrizia Andreotti – che si inserisce nella continua e fattiva collaborazione col Consorzio di bonifica, come la redazione in corso del Piano delle Acque comunale, e che ha portato anche recentemente ad affrontare e risolvere varie criticità del territorio, con la sistemazione della rete scolante interna al primo stralcio dell’Oasi, per la migliore efficienza dell’idrovora di via Ongari, o il ripristino della funzionalità dello scolo “La Botte” al confine con Salzano, o l’intervento sul Marzenego nella zona degli Spalti intorno alle Rocche, emblematica di come tutto il territorio di Noale sia fortemente caratterizzato dalla presenza di corsi d’acqua. In questo caso molto importante è anche l’aspetto ambientale, che viene sempre valorizzato quando possibile, come nel caso dell’intervento sul Roviego, con la creazione di una connessione ecologica tra l’area umida e le fasce tampone realizzate a Noale e le ex Cave Villetta di Salzano. Ci impegneremo a seguire il successivo iter del progetto ma soprattutto la realizzazione dei lavori, che auspichiamo sia avviata quanto prima.”
“Considerato – ha affermato il Presidente Francesco Cazzaro – che il progetto è stato previsto in un’area con valenze ambientali specifiche (area SIC/ZPS), si è optato per calibrare l’intervento sulle tipologie vegetazionali esistenti, individuando su quali aree intervenire per migliorare gli habitat presenti anche in funzione della conservazione delle specie di flora e fauna caratteristiche delle aree umide di acqua dolce del veneziano”.
Soddisfazione è stata espressa anche dal noalese Renato Damiani, Consigliere consorziale “Voglio ringraziare il Consorzio Acque Risorgive per la costanza e professionalità dimostrate, e tutti coloro che si sono prodigati per questo importante obiettivo, in primis il WWF. Si tratta di un ulteriore passo avanti di un intervento importante per il nostro paese, sia in termini ambientali, culturali che di sicurezza idraulica”.
Assieme agli aspetti di riqualificazione ambientale, l’intervento comprende l’utilizzo dell’area ex-cave come cassa di espansione per laminare le piene del Draganziolo e la realizzazione di un nuovo fossato di progetto per adduzione alle cave e raccolta delle piogge dell’area, riducendo così localmente il bacino del Draganziolo e convogliando le portate direttamente al Rio Storto.