Intense precipitazioni hanno colpito i territori della Bassa Padovana dal tardo pomeriggio di Domenica 27 Aprile fino alla mattinata di martedì 29 aprile. L’acquazzone ha inizialmente coinvolto una ventina di comuni della bassa padovana situati nell’area del montagnanese, dell’estense e del monselicense, con successivo spostamento verso est coinvolgendo anche i territori comunali di Conselve, Tribano, Bagnoli, San Pietro Viminario e Agna.
Dai dati ARPA Veneto risulta che a Sant’Elena d’Este, le piogge hanno raggiunto in due giorni un quantitativo di 274 mm (46 mm il giorno 27 aprile e 228 mm il giorno 28), pari a quasi un terzo della piovosità media annua registrata nel comprensorio consortile.
Antonio Salvan, Presidente Consorzio di bonfiica Adige Euganeo: “L’intensità e i quantitativi di pioggia caduti sono stati tali da superare le capacità di smaltimento delle reti fognarie urbane e le capacità di invaso e collettamento delle affossature provinciali/comunali e delle reti di fossi privati, causando l’allagamento improvviso e tumultuoso dei territori. Tutto questo è avvenuto nonostante le operazioni preventive poste in essere del Consorzio di bonifica già dal pomeriggio di domenica 27 aprile, al fine di affrontare nel miglior modo possibile la situazione critica che si stava delineando”.
Gli uomini del Consorzio sono stati così impegnati nella rimozione delle panconature e attraverso l’apertura delle paratoie di regolazione per alleggerire tutta la rete dei canali e degli scoli consortili di bonifica, attivando la maggior parte dei 58 impianti idrovori in gestione.
“Il controllo dei manufatti di regolazione e il funzionamento delle idrovore – continua Salvan – è continuato e sta continuando ininterrottamente 24 ore su 24 ai massimi regimi per favorire il deflusso delle acque dalle aree interessate da allagamenti, anche se, a causa dell’assoluta eccezionalità dell’evento e dell’estesa degli allagamenti stessi, la situazione tende a migliorare molto lentamente. Solo per citare le principali idrovore in funzione, si ricordano: Vampadore, Cavariega, Taglio, Cà Giovanelli, Beolo, ma anche l’idrovora di Cà Bianca e lo scarico in laguna attraverso la Botte delle Trezze a Chioggia che stanno consentendo un graduale smaltimento delle rilevanti portate d’acqua convogliate nella rete dei canali di bonifica.”
Gli estesi allagamenti hanno coinvolto, oltre alle campagne coltivate, anche infrastrutture viarie, abitazioni civili, fabbricati ad uso artigianale e industriale: quasi tutti i sottopassi viari sono ora allagati, moltissime strade comunali e vicinali sono tuttora inagibili, ma i danni e i disagi più pesanti sono riferiti alle abitazioni, ai capannoni e agli altri immobili produttivi (in alcuni comuni con interi quartieri sommersi).
Conclude Salvan: “Dalle prime valutazioni sommarie, si può ritenere che l’evento meteorologico – in rapporto alla quantità di pioggia, tempi ed aree interessate – possa essere paragonato al nubifragio che ha colpito Mestre nel settembre del 2007 e che per far fronte ai danni e alle necessarie riparazioni e rimesse in efficienza delle infrastrutture viarie e idrauliche e degli immobili colpiti, occorra sollecitare la Regione del Veneto a porre in atto strategie d’intervento di carattere straordinario e d’urgenza, tese non solo a contribuire alla gestione del post-allagamento, ma anche ad attivare nuove opere idrauliche per ridurre il rischio del territorio e poter fronteggiare eventi meteorici anche di carattere eccezionale.
Il personale e la struttura consortile stanno operando con impegno e professionalità e in stretto contatto con la Regione del Veneto, la Protezione Civile e i Vigili del Fuoco per attenuare i disagi per la collettività e ripristinare al più presto condizioni di “normalità” sul territorio.”
I COMUNI COLPITI:
Montagnana, Megliadino San Fidenzio, Saletto, Ospedaletto Euganeo, Santa Margherita d’Adige, Ponso, Carceri, Vighizzolo, Villa Estense, Este, Sant’Elena, Granze, Monselice, Boara Pisani, Solesino e Pozzonovo, Conselve, Tribano, Bagnoli, San Pietro Viminario e Agna.