Il Consorzio di Bonifica Bacchiglione (sede a Padova) ha completato le procedure d’appalto per un articolato piano di interventi in Riviera del Brenta finalizzati ad una maggiore efficienza dell’utilizzo di acqua per l’irrigazione. I lavori comporteranno l’ammodernamento di manufatti di regolazione e paratoie, nonché la realizzazione di nuove aree umide per raccogliere e trattenere l’acqua piovana durante le forti precipitazioni, garantendo così la sicurezza idraulica dei centri abitati. Il valore complessivo del piano ammonta a 4.550.000,00 euro finanziati con fondi europei dal Ministero delle Politiche Agricole nell’ambito del Piano di Sviluppo Rurale Nazionale 2014/2020.
Il complesso degli interventi è spiegato da Paolo Ferraresso, presidente del Consorzio di Bonifica Bacchiglione e vicepresidente di ANBI Veneto.
Presidente, di che interventi si tratta?
“Ottimizzazione della gestione delle acque irrigue nella riviera del Brenta” è il titolo del progetto.
Si tratta di interventi finalizzati al risparmio idrico…
Presidente, la fermo subito. Più volte è capitato, d’estate, che scarseggia l’acqua con la quale il fiume Brenta alimenta, a Stra, il Naviglio Brenta. L’acqua andrebbe risparmiata più a monte, in modo che il fiume Brenta arrivi a Stra con una portata sufficiente. Risparmiare acqua nella riviera del Brenta, come è possibile?
Proprio perché a volte c’è poca acqua bisogna fare di tutto per risparmiarla. Si può risparmiare acqua “ottimizzando la gestione”. Anche d’estate ogni tanto piove, temporali che a volte provocano allagamenti e danni. Si può accumulare l’acqua in aree umide migliorando, in questo modo, anche la sicurezza idraulica.
Il progetto prevede l’adeguamento, mediante automazione e telecontrollo, di 27 manufatti di regolazione, dotati di paratoie, lungo i canali consortili e la realizzazione di aree umide in grado di trattenere le acque in caso di forti piogge. Con gli interventi di progetto si prevede un risparmio idrico di circa il 30% pari a più di 3 milioni di metri cubi d’acqua all’anno. “Dare spazio all’acqua” è uno slogan che il Consorzio ripete da anni. In realtà si dovrebbe dire “restituiamo spazio all’acqua”, lo spazio che l’acqua aveva quando il territorio era prevalentemente agricolo, con tanti fossi. Ogni volta che si dà “spazio” all’acqua si migliora la sicurezza idraulica, si aumentano le disponibilità per l’irrigazione, si migliora la qualità delle acque…
Come è stato ottenuto il finanziamento?
Il Consorzio ha predisposto il progetto esecutivo e ha partecipato al bando di selezione indetto dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale Nazionale 2014/2020 finanziato con fondi europei. L’intervento è risultato 7° (su 84 progetti) nella graduatoria nazionale approvata dal Ministero ed è stato finanziato al 100%.
Quali comuni sono interessati dagli interventi?
Si tratta di 27 interventi che interessano un’area molto vasta di 5.250 ettari ricadente in 7 Comuni: Campagna Lupia, Campolongo Maggiore, Camponogara, Dolo, Fossò, Stra in provincia di Venezia e Piove di Sacco in provincia di Padova. Mi piace ricordare, in particolare, un intervento in comune di Dolo. Viene realizzata un’ampia area umida (di circa 4 ettari in grado di raccogliere 40.000 metri cubi d’acqua) in una zona demaniale, espropriata cinquant’anni fa per realizzare l’Idrovia Padova – Venezia.
Quindi, se si realizzerà l’Idrovia Padova – Venezia, i lavori fatti per l’area umida di Dolo saranno da buttare?
E’ proprio la domanda che la commissione regionale di Valutazione di Impatto Ambientale ha fatto al Consorzio esaminando il progetto. Il Consorzio ha risposto che, prima di tutto, se si realizzerà l’Idrovia non tutti i lavori saranno da buttare: gli scavi fatti adesso, ad esempio, non si dovranno fare dopo. Inoltre, l’analisi costi-benefici predisposta dal Consorzio dimostra che il costo dei due manufatti che dovranno essere demoliti, se verrà completata l’Idrovia, si ammortizza in cinque anni di esercizio dell’area umida considerando i benefici per la riduzione dei danni da allagamenti, per l’acqua messa a disposizione dell’irrigazione, per il miglioramento della qualità delle acque mediante la fitodepurazione. Piuttosto ci si dovrebbe fare un’altra domanda: come è stato possibile, fino ad ora, lasciare un’area pubblica, demaniale, nel degrado per decenni senza pensare a come impiegarla per una pubblica utilità?
A proposito dell’Idrovia Padova – Venezia che ne pensa?
Il Consorzio è favorevole al completamento dell’Idrovia e lo ha comunicato formalmente alla Regione e ai Comuni. Il completamento dell’Idrovia può essere utile per molteplici finalità: come scolmatore di piena per la sicurezza idraulica dei fiumi Brenta e Bacchiglione, per la navigazione fluviale, come recapito per le acque dei canali di bonifica al fine di migliorare il deflusso delle acque nella zona della riviera del Brenta, per migliorare la qualità delle acque, come invaso per l’irrigazione e la vivificazione dei corsi d’acqua.
Tornando ai lavori, si tratta di un intervento complesso, a partire dal nome, con molteplici finalità… C’è una parola che può sintetizzare le opere che stanno per essere eseguite?
Sostenibilità. L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. “Sostenibile è quello sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni” è scritto in un documento delle Nazioni Unite del 1987, 33 anni fa. Dobbiamo ascoltare il grido della terra e l’appello dei giovani. Dobbiamo imparare a vivere, a lavorare, a produrre senza sprechi, rispettando l’ambiente, risparmiando le risorse, a partire dall’acqua.