Con i piedi ben posati per terra (e spesso nel fango), i Consorzi di Bonifica guardano sempre più in alto, anzi, dall’alto. I dati forniti dai satelliti guidano sempre più l’azione e la pianificazione dei custodi del territorio, chiamati a giocare d’anticipo nelle sfide derivanti dai cambiamenti climatici. ANBI Veneto ha presentato lo stato dell’arte nello Space Meetings Veneto, convegno promosso dalla Regione dedicato all’Agricoltura 4.0.
Venezia, 17 maggio 2023 – “Per i Consorzi di Bonifica è sempre più importante investire nelle nuove tecnologie con un approccio strategico generale basato sull’innovazione. Un esempio di questo approccio è dato dal monitoraggio attraverso tecnologie di rilevamento satellitare sempre più impiegato per perseguire molteplici obiettivi. L’utilizzo dei satelliti e dei big data consente infatti di conoscere l’entità della risorsa idrica, ad esempio sotto forma di neve; sviluppare programmi di controllo a varia scala sull’utilizzo dell’acqua; individuare eventuali punti di dispersione nella rete di distribuzione; riconoscere la presenza di vegetazione, lo stato di sviluppo fenologico e il grado di umidità del suolo.” Ad affermarlo è il direttore di ANBI Veneto Andrea Crestani intervenuto al convegno “Space meetings Veneto: agricoltura 4.0” promosso dalla Regione del Veneto, mercoledì 17 maggio al porto di Venezia. L’iniziativa, che ha visto anche la partecipazione dell’assessore regionale all’Agricoltura Federico Caner e dei presidenti regionali delle organizzazioni agricole, nasce dalla costatazione che il modello tradizionale di agricoltura vive una fase di transizione, che sarà ulteriormente accelerata da digitalizzazione e gestione funzionale dei big data nell’ambito dell’Hight Tech Farming. Si tratta di innovazioni che daranno (già lo stanno facendo) un contributo determinante per una gestione economica, sostenibile e virtuosa della produzione agroalimentare.
In particolare, i dati satellitari sono un asset strategico, per esempio in tema di monitoraggio delle attività agricole, di controllo della risorsa idrica o di stima dei danni legati ai cambiamenti climatici, ed è in questa direzione che i diversi portatori d’interesse stanno indirizzando la ricerca di nuove soluzioni per l’agricoltura.
Un esempio in tal senso è illustrato da Crestani: “Utilizzando le immagini del satellite Sentinel-2 è stato condotto uno studio nell’ambito del territorio del Consorzio Acque Risorgive andando a verificare, come la superficie coperta di vegetazione a seminativo a fine marzo 2023 sia molto più estesa rispetto a quella di fine marzo 2022. In particolare, la superficie coltivata a fine marzo è passata in un anno dal 50 al 70% del territorio indagato. Perché? La risposta sta nell’adattamento al cambiamento climatico. Gli agricoltori, venendo da un anno 2022 di pesantissima siccità e non vedendo una reale inversione di tendenza durante l’autunno e l’inverno, hanno deciso di investire maggiormente su colture autunno-vernine come il frumento o la colza e di essere molto più prudenti rispetto a colture che richiedono maggiore approvvigionamento idrico come il mais e la soia”.
“Questi dati – ha chiosato il direttore di ANBI Veneto – sono preziosi per i Consorzi, proprio perché in emergenza idrica si è chiamati a gestire dei piani della siccità e per farlo è necessario conoscere nel miglior dettaglio possibile quali saranno le dinamiche colturali del territorio gestito.”