Aumentare la capacità d’invaso dei canali già esistenti, attraverso risezionamenti, allargamenti e sostegni in grado di bacinizzare più acqua possibile. È questa la via che i consorzi di bonifica del Polesine – Adige Po e Delta del Po – hanno scelto di intraprendere all’interno del “Piano laghetti” che i Consorzi di bonifica veneti, coordinati da ANBI e in collaborazione con la Regione, stanno approntando per fare fronte ai mutamenti climatici.

 

Stesso obiettivo, strategie diverse a seconda delle caratteristiche dei territori. Il “Piano laghetti” che ANBI Veneto e Regione del Veneto stanno realizzando per aumentare la capacità del territorio di trattenere acqua da utilizzare nei periodi siccitosi non può prescindere dalla specificità geografiche delle aree interessate.
Se nelle zone di Pedemontana la soluzione passa attraverso la riconversione di ex cave di ghiaia esaurite, in altre zone l’approccio è molto diverso.
È il caso del Polesine dove la soluzione passa per l’ampliamento della capacità di invaso di corsi d’acqua già esistenti e la realizzazione di barriere in grado di trasformare in giganteschi bacini d’acqua dolce rami della foce del Po, con valenza fondamentale anche in ottica di contrasto alla risalita del cuneo salino.
Il punto sulle progettualità per il contrasto dei mutamenti climatici in Polesine è stato fatto oggi nel convegno “I consorzi di bonifica del Polesine incontrano le istituzioni. Siccità e crisi idrica: uno sguardo al futuro” tenutosi preso il Museo della bonifica di Ca’ Vendramin a Taglio di Po, organizzato da Consorzio di Bonifica Delta del Po e Consorzio di Bonifica Adige Po , in collaborazione con ANBI-Associazione Naz. Consorzi gestione e tutela territorio e acque irr. e ANBI Veneto.
Grande la presenza di pubblico – composto da rappresentanti di istituzioni, mondo agricolo, ambientale e sistema della bonifica al completo – per un incontro che partendo dai problemi noti (la straordinaria siccità, eventi temporaleschi estremi, costi energetici alle stelle) ha puntato sulle soluzioni già pronte sui tavoli degli ufficio tecnici dei Consorzi e in attesa di finanziamenti per diventare opere.
“100 anni fa, nel primo dopoguerra, la bonifica ha contribuito al rilancio del Paese. Anche oggi, in una situazione difficile a causa di mutamenti climatici, crisi energetica e guerra in Ucraina, i Consorzi hanno un ruolo chiave per disegnare il futuro”, ha affermato Francesco Vincenzi, presidente nazionale di ANBI.
Francesco Cazzaro, presidente di ANBI Veneto, ha lanciato un appello alle istituzioni affinché agiscano al di fuori delle logiche di emergenza e permettano di affrontare le sfide del mutamento climatico con risorse e programmazione. A fargli eco è Adriano Tugnolo, presidente del Consorzio Delta del Po, che ha posto l’accento sulle straordinarie difficoltà che le aziende agricole polesane stanno affrontando in questo 2022 caratterizzato da siccità record e alti costi di produzione.
Roberto Branco, presidente del Consorzio di Bonifica Adige Po nell’introdurre la strategia per far fronte ai mutamenti climatici (ampliare la rete di canali esistenti per bacinizzare risorsa), ha ricordato il senso di responsabilità che ogni giorno sottende l’opera dei Consorzi verso cittadini, agricoltura e ambiente.
L’incontro inserito in #anbi100 e #terrevolute100 è stato moderato da Andrea Crestani, direttore di ANBI Veneto, e ha visto la presenza, tra i relatori, anche di Cristiano Corazzari, assessore regionale al territorio (“la Regione ha chiesto al governo di intervenire con strumenti straordinari a favore dei Consorzi, quali il credito d’imposta per i costi energetici e riconoscere i consorzi come soggetti energivori”), le Autorità di Bacino Distrettuali di Alpi Orientali (il segr. gen. Marina Colaizzi) e Po (l’ing. Marco Gardella), AIPO (Meuccio Berselli), le organizzazioni agricole, i sindaci del territorio, il direttore della direzione Bonifiche e Irrigazione della Regione del Veneto Franco Contarin. Interventi tecnici dei vicedirettori Rodolfo Laurenti (Delta del Po) e Giovanni Veronese (Adige Po).