Piogge intense fino a maggio, alternate da un brusco aumento delle temperature che ci stanno accompagnando in quest’estate torrida, hanno messo in luce le difficoltà irrigue delle aziende agricole nelle aree dove l’irrigazione di soccorso viene meno per mancanza d’acqua e di una più efficiente strutturazione, oltre che nelle zone dove non si è mai irrigato.
I Consorzi di bonifica del Veneto distribuiscono, ogni anno, circa 5 miliardi di metri cubi di acqua utile all’irrigazione di 600 mila ettari di campagne, di cui 200 mila strutturati e 400 mila di soccorso. Tutto ciò è possibile grazie ad un’efficace e quotidiana gestione di una rete di canali ad uso esclusivamente irriguo da 8.425 km, oltre a circa 10.000 km di rete promiscua (scolo e irrigazione).
Giuseppe Romano, Presidente Unione Veneta Bonifiche: “Servono investimenti infrastrutturali per riuscire a portare l’acqua a tutte le aziende agricole, anche in condizioni estreme come quelle che abbiamo fronteggiato in questi ultimi due anni. C’è innanzitutto bisogno di proseguire il programma di riconversione delle attuali strutture irrigue da “scorrimento” a “pluvirriguo”, riducendo i quantitativi di risorsa idrica erogata ad ettaro ed incentivando, così, le più moderne tecniche irrigue, come ad esempio il microirriguo. Inoltre, c’è la necessità di migliorare la rete di canali per riuscire a distribuire l’acqua più vicina possibile aziende che hanno bisogno di irrigare.”
Secondo Romano, servono, inoltre, interventi strutturali per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi: “Sto parlando del recupero delle cave dismesse di alta pianura e della costruzione di bacini interaziendali nelle aree di pianura.”
Le uniche risorse finora rese disponibili per l’irrigazione veneta derivano dal Piano Irriguo Nazionale, che dopo anni vede il concludersi di una prima tranche progettuale da 22 progetti, per un valore di circa 76 milioni di euro. Tuttavia non è sufficiente.
Il messaggio lanciato da Romano è chiaro: “Se da una parte bisogna continuare a investire le risorse, che ci auguriamo vengano messe a disposizione con il prossimo Piano Irriguo Nazionale, in modo consistente e pluriennale, dall’altro, l’obiettivo di UVB è quella di veder i Consorzi protagonisti nella prossima programmazione comunitaria 2014-2020, in quanto esclusi dalla precedente.”
UVB, presente al Tavolo di Partenariato, ha ribadito il ruolo fondamentale dei Consorzi di bonifica per l’irrigazione, sottolineando come, in presenza di adeguate fonti di finanziamento, potrebbero agire su più fronti, quali il miglioramento delle reti di distribuzione per un uso efficiente dell’acqua, l’adeguamento del servizio irriguo in funzione dei cambiamenti climatici, la ricarica della falda e la tesaurizzazione della risorsa idrica, il miglioramento della qualità dell’acqua e ambientale attraverso interventi di fitodepurazione e azioni di contrasto alla risalita del cuneo salino e il sostegno agli agricoltori nella realizzazione di impianti coerenti con il sistema irriguo consortile e nell’adozione di misure aziendali per il risparmio idrico (si veda, ad esempio, la recente esperienza di Irriframe, piattaforma informatica per la gestione dell’irrigazione).
“L’importante azione di distribuzione d’acqua –Conclude Romano – messa in campo dai Consorzi, fa si che l’acqua diventi il primo fattore di produzione agricola, in grado di mettere le aziende nelle condizioni di sviluppare le più moderne ed efficaci tecniche d’irrigazione per far fronte ad un’agricoltura sempre più specializzata.”
“Migliorare l’irrigazione, significa anche provvedere alla formazione di buona parte del prodotto agroalimentare veneto – aggiunge Andrea Crestani, Direttore U.V.B. – I consorzi di bonifica hanno indicato, in oltre 200 progetti per un valore totale di 1 miliardo e 700 milioni di euro, le necessità di interventi sul sistema irriguo, ma che non possono dipendere esclusivamente dalle risorse rese disponibili dal Piano Irriguo Nazionale. Per questo, chiediamo con forza ulteriori risorse all’interno del Piano di Sviluppo Regionale (P.S.R.), senza toglierle agli investimenti aziendali, per mettere a disposizione, delle imprese agricole, un sistema irriguo, capace di ottimizzare gli utilizzi e garantire la piena disponibilità d’acqua. Investire nelle reti irrigue significa evitare futuri danni al settore primario, come stanno a testimoniare gli ormai conclamati cambiamenti climatici”.