Dopo una proficua sperimentazione durata 5 anni nell’ambito del progetto europeo Life Vimine, finanziato con i fondi del programma comunitario Life+Natura 2012, il Consorzio di Bonifica Acque Risorgive (sede a Venezia-Mestre) ha deliberato in questi giorni la messa in sicurezza di tutte le barene e le paludi della Laguna veneta che ricadono nel proprio comprensorio.

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A tal proposito il Consorzio ha sottoscritto un accordo con gli altri soggetti che hanno aderito a Life Vimine (il Provveditorato interregionale alle Opere pubbliche per il Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, la Regione Veneto – Direzione progetti speciali per Venezia, il Comune di Venezia e l’Università degli studi di Padova – Dipartimento di ingegneria industriale) che ha un’estensione di 5 anni e che attraverso la salvaguardia ambientale punta anche a creare nuovi posti di lavoro – a partire dal turismo sostenibile – coinvolgendo gli abitanti delle aree interessate, in particolare i pescatori.

I presupposti per un ottimo risultato ci sono tutti dato che la fase sperimentale, durata quattro anni ha permesso di mettere in sicurezza già 95 ettari di barene nella Laguna Nord, una vasta area che lambisce le isole di Burano, Mazzorbo e Torcello, di straordinario pregio ambientale.

Imponenti i numeri della sperimentazione: la salvaguardia delle barene ha comportato la posa di 4mila fascine prodotte con legno locale, 11 mila pali e la rimozione di 60metri cubi di rifiuti. Un intervento che tra i numerosi effetti benefici ha costituito anche un esempio da manuale di utilizzo circolare delle risorse ambientali visto che il legno impiegato è costituito dalle potature e scarti della gestione forestale del Consorzio. La manutenzione delle barene e delle paludi è seguita con molto interesse anche dal mondo del lavoro perché ad esse si lega il turismo ambientale e l’ittiturismo, settori in grande crescita e che rappresentano una strada di rilancio per il comparto turistico nel post Covid.

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