“L’immobilismo, di fronte alla crescente fragilità idrogeologica, consegna il Paese ad essere notaio degli stati di calamità” ad affermarlo è il direttore generale di ANBI Massimo Gargano.
“Se, per stessa ammissione del Ministero dello Sviluppo Economico, è stato finora reso operativo solo circa il 20% dei decreti attuativi, legati all’emergenza Covid, è evidente che l’Italia ha un grande problema”: ad affermarlo è Massimo Gargano, Direttore Generale dell’Associazione Nazionale dei Consorzi pr la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), intervenuto ad un convegno on-line dell’Accademia dei Georgofili.
“Verso l’aggravarsi dei problemi idrogeologici del Paese – prosegue il DG di ANBI – la politica non può avere un atteggiamento meramente notarile, limitandosi alla dichiarazione degli stati di calamità, che ristorano solo il 10% dei danni. La sistemazione del territorio è condizione indispensabile per lo sviluppo, ma oggi è minata non solo dalla crisi climatica, ma dall’inarrestabile consumo di suolo e dalla cultura del pozzo, presente in territori non serviti dall’irrigazione collettiva, gestita dai Consorzi di bonifica e garanzia di qualità della risorsa. Su questi temi c’è un grave ritardo culturale, esemplificato dal paradosso di un Paese, in cui si susseguono ciclicamente emergenze sia per alluvioni che per siccità. Sulla gestione idraulica siamo esperti, così come sono chiare le competenze; eppure permane una forbice tra il dire ed il fare. Per questo – prosegue Gargano – abbiamo presentato, lo scorso Settembre, il Piano Nazionale di Efficientamento della Rete Idraulica, composto da 858 progetti definitivi ed esecutivi, il cui iter potrà rispettare le scadenze comunitarie per i fondi del Next Generation EU: istruttorie completate entro il 2023, realizzazione dei lavori e rendicontazione finale entro il 2026. Non solo: in prospettiva c’è l’applicazione delle norme europee sull’uso delle acque reflue in agricoltura, a partire dal 2024; è necessario avviare la concertazione fra i soggetti interessati per evitare che si ripetano le disattenzioni registrate in occasione dell’approvazione della Direttiva Quadro Acque, di cui sono conseguenza i nuovi parametri del Deflusso Ecologico, restrittivi rispetto al precedente Minimo Deflusso Vitale. Allo stato attuale, la loro applicazione, a partire dal 1 Gennaio 2021, penalizzerà le disponibilità irrigue a servizio delle eccellenze dell’agroalimentare italiano. Se esiste volontà politica – conclude il DG di ANBI – probabilmente c’è ancora modo di porre qualche correttivo, nel pieno rispetto degli ecosistemi fluviali, prima dell’avvio ufficiale della prossima stagione irrigua.”
Ufficio stampa di ANBI