Un milione e ottocentomila cittadini sono chiamati domenica 15 dicembre ad eleggere i rappresentanti delle assemblee dei 10 consorzi di bonifica del Veneto. I seggi, indicati nei siti dei Consorzi di Bonifica e dei comuni, sono aperti dalle ore 8,00 alle ore 20.00.

Un milione e ottocentomila cittadini sono chiamati domenica 15 dicembre ad eleggere i rappresentanti delle assemblee dei 10 consorzi di bonifica del Veneto. I seggi, indicati nei siti dei Consorzi di Bonifica e dei comuni, sono aperti dalle ore 8,00 alle ore 20.00.

Gli aventi diritto al voto sono i proprietari di abitazioni, immobili, terreni agricoli che pagano la contribuenza al Consorzio di Bonifica.

Gli elettori sono suddivisi in tre fasce definite sulla base dell’importo del contributo di bonifica versato. La prima fascia riguarda i cittadini proprietari di abitazioni. La seconda e terza fascia riguarda cittadini proprietari di aziende e aziende agricole, che versano contributi maggiori e che, proprio per questo motivo, in genere sono maggiormente rappresentati nelle assemblee consortili.

Le assemblee consortili sono costituite da 20 consiglieri eletti dai contribuenti, tre nominati dai comuni, ai quali si aggiunge uno nominato dalla Regione e uno per ogni provincia compresa nell’area del consorzio. Spetta ai consiglieri dell’assemblea eleggere i 5 membri del consiglio d’amministrazione (nel quale anche la Regione nomina un rappresentante) all’interno del quale viene poi nominato il presidente.

Complessivamente, ricadono sotto comprensorio di bonifica 1,2 milioni di ettari del territorio regionale (il 65% del Veneto) dove vivono 4.358.000 cittadini, ovvero l’89% della popolazione regionale.

I Consorzi di Bonifica gestiscono la rete idraulica minore costituita dai canali utilizzati per l’irrigazione e lo scolo delle acque piovane.  Si tratta di circa 27 mila km di corsi d’acqua, ai quali si aggiunge la manutenzione e il funzionamento di 400 idrovore, 400 impianti irrigui, 108 bacini anti allagamento in grado di trattenere quasi 10 milioni di metri cubi d’acqua.

Sempre più, a fianco delle storiche funzioni afferenti l’agricoltura e la sicurezza idraulica, si stanno affiancando funzioni ambientali: la realizzazione di aree umide per la fitodepurazione e la tutela della biodiversità, attività di ricarica della falda e contrasto alla risalita del cuneo salino, valorizzazione del paesaggio, produzione di energia rinnovabile, studi e sperimentazioni per aumentare la capacità del terreno di trattenere l’umidità contrastando così la desertificazione e la perdita di fertilità del suolo.

Le sfide principali sono legate ai cambiamenti climatici, alla necessità di far fronte a periodi siccitosi e precipitazioni anche d’intensità estrema. La strategia si basa sulla realizzazione di invasi multifunzione, tecniche di efficientamento nella distribuzione della risorsa, ricarica di falda, contrasto al cuneo salino, soluzioni di ingegneria ambientale che aumentino la capacità del territorio di rispondere agli eventi estremi.