L’APPORTO DELLE NEVICATE INVERNALI ALLA STAGIONE IRRIGUA SARÁ ESIGUO
Temperature sopra la media, nevicate tardive, scarsa densità dei depositi nivali. La stagione irrigua che inizierà in aprile non potrà far grande affidamento sulle nevicate invernali. Il cambiamento climatico ha ridotto l’inverno a pochi giorni.
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“Ad oggi, le riserve nivali sono al di sotto delle medie del periodo e di recente formazione, pertanto, poco utili a garantire uno scioglimento graduale nel corso dell’estate.” Ad affermarlo è Silvio Parizzi, direttore di ANBI Veneto commentando i dati raccolti dal Centro Studi di ANBI Veneto nel Bollettino sulla disponibilità di risorsa relativo al mese di gennaio.
“Nessuno allarme ma le avvisaglie per il futuro non sono particolarmente floride”, continua Parizzi, “i depositi nivali languono, le temperature ancora sopra la media confermano il trend di surriscaldamento generale dopo il caldo record del 2024. Non destano preoccupazione le portate dei fiumi, in genere, tutte superiori alla media del periodo. Tuttavia, non ci stanchiamo di ricordarlo, senza opere d’invaso tutta questa risorsa è destinata ad andare a mare e potremmo rimpiangerla in primavera.”
In un contesto caratterizzato da temperature più alte rispetto alla media del periodo (+1°C a dicembre, +1,9°C a gennaio), ciò che desta attenzione dal punto di vista della risorsa è, dunque, la neve in montagna: Arpav parla di un deficit di precipitazioni nevose tra ottobre e gennaio pari al 34% nelle Dolomiti (-100 cm di neve fresca) e al 43% nelle Prealpi (-77cm). Sempre a gennaio, la copertura nevosa si è ampliata rispetto a dicembre, dal 20% al 45% della superficie montana; a 1.700 m la copertura è addirittura del 90%. Purtroppo, la densità del manto nevoso in quota formatosi nell’ultimo mese si presenta leggera per il periodo; nel bacino del Piave, sottoforma di ghiaccio e neve sono immagazzinati 130 milioni di metri cubi di acqua, un valore che è tra i più bassi rilevati dal 2000 ad oggi.
Sul fronte delle precipitazioni, a gennaio si è interrotto la piccola tendenza negativa registrata a novembre (-93%) e dicembre (-28%). Al 31 gennaio, infatti, sono scesi sul territorio regionale 75 mm di pioggia, un +27%, che è però media tra le significative precipitazioni in montagna – dove è piovuto anche l’80% in più rispetto al periodo – e la pianura, dove le precipitazioni sono state inferiori anche del 40% nella vasta zona a sud dei Colli Euganei e su gran parte del territorio veneziano.
Superiori alla media del periodo le portate di Adige (+27%) e Brenta (+14%), appena sotto la media il Po (-1%), tutta risorsa che finirà a mare in mancanza di invasi.
>> Bollettino ANBI Veneto sulla disponibilità di risorsa idrica relativo a gennaio 2025 <<
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Venezia, 10 febbraio 2025
Mauro Poletto | ufficio stampa ANBI Veneto | t. 041 716533 | [email protected]