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L’APPORTO DELLE NEVICATE INVERNALI ALLA STAGIONE IRRIGUA SARÁ ESIGUO

Temperature sopra la media, nevicate tardive, scarsa densità dei depositi nivali. La stagione irrigua che inizierà in aprile non potrà far grande affidamento sulle nevicate invernali. Il cambiamento climatico ha ridotto l’inverno a pochi giorni.

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Ad oggi, le riserve nivali sono al di sotto delle medie del periodo e di recente formazione, pertanto, poco utili a garantire uno scioglimento graduale nel corso dell’estate.” Ad affermarlo è Silvio Parizzi, direttore di ANBI Veneto commentando i dati raccolti dal Centro Studi di ANBI Veneto nel Bollettino sulla disponibilità di risorsa relativo al mese di gennaio.

Nessuno allarme ma le avvisaglie per il futuro non sono particolarmente floride”, continua Parizzi, “i depositi nivali languono, le temperature ancora sopra la media confermano il trend di surriscaldamento generale dopo il caldo record del 2024. Non destano preoccupazione le portate dei fiumi, in genere, tutte superiori alla media del periodo. Tuttavia, non ci stanchiamo di ricordarlo, senza opere d’invaso tutta questa risorsa è destinata ad andare a mare e potremmo rimpiangerla in primavera.

In un contesto caratterizzato da temperature più alte rispetto alla media del periodo (+1°C a dicembre, +1,9°C a gennaio), ciò che desta attenzione dal punto di vista della risorsa è, dunque, la neve in montagna: Arpav parla di un deficit di precipitazioni nevose tra ottobre e gennaio pari al 34% nelle Dolomiti (-100 cm di neve fresca) e al 43% nelle Prealpi (-77cm). Sempre a gennaio, la copertura nevosa si è ampliata rispetto a dicembre, dal 20% al 45% della superficie montana; a 1.700 m la copertura è addirittura del 90%.  Purtroppo, la densità del manto nevoso in quota formatosi nell’ultimo mese si presenta leggera per il periodo; nel bacino del Piave, sottoforma di ghiaccio e neve sono immagazzinati 130 milioni di metri cubi di acqua, un valore che è tra i più bassi rilevati dal 2000 ad oggi.

Sul fronte delle precipitazioni, a gennaio si è interrotto la piccola tendenza negativa registrata a novembre (-93%) e dicembre (-28%). Al 31 gennaio, infatti, sono scesi sul territorio regionale 75 mm di pioggia, un +27%, che è però media tra le significative precipitazioni in montagna – dove è piovuto anche l’80% in più rispetto al periodo – e la pianura, dove le precipitazioni sono state inferiori anche del 40% nella vasta zona a sud dei Colli Euganei e su gran parte del territorio veneziano.

Superiori alla media del periodo le portate di Adige (+27%) e Brenta (+14%), appena sotto la media il Po (-1%), tutta risorsa che finirà a mare in mancanza di invasi.

>> Bollettino ANBI Veneto sulla disponibilità di risorsa idrica relativo a gennaio 2025 <<

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Venezia, 10 febbraio 2025

Mauro Poletto | ufficio stampa ANBI Veneto | t. 041 716533 | [email protected]

 

ZONE UMIDE: PREZIOSE PER L’AMBIENTE, PER LA SICUREZZA IDRAULICA … E PER IL BILANCIO PUBBLICO

La Giornata Mondiale delle Zone Umide è occasione per ricordare l’importanza di questi territori d’acqua che arricchiscono l’ambiente e garantiscono la sicurezza idraulica. Uno studio ANBI Veneto, Regione, Etifor ha stimato il valore economico dei bacini di fitodepurazione dei consorzi di Bonifica del Veneto. Il risultato è sorprendente.

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Sono 52 le zone umide con finalità di fitodepurazione realizzate, gestite, tenute in efficienza dai consorzi di bonifica del Veneto, un totale di 433 ettari di superficie regionale a servizio dei cittadini, della fauna e della vegetazione in stretta simbiosi con l’acqua.

Svolgono funzioni di fitodepurazione (disinquinamento delle acque tramite piante), costituiscono habitat ideale per specie animali e vegetali, sono preziose per la sicurezza idraulica di campagne e centri abitati, talvolta rappresentano invasi per l’agricoltura.

Le dimensioni sono le più disparate: molte non arrivano all’ettaro e fungono spesso da compensazione idraulica e ambientale a importanti infrastrutture viarie; altre, estese decine di ettari, sono veri e propri parchi.

In ogni caso impreziosiscono un territorio e caratterizzano il paesaggio. I servizi che generano per la collettività sono concretamente stimabili dal punto di vista economico. Uno studio pubblicato nel 2024 da ANBI Veneto, Regione del Veneto ed Etifor, spinoff dell’Università degli Studi di Padova, sul valore dei servizi ecosistemici derivanti dalla risorsa che scorre nei canali e nei fiumi gestiti dai Consorzi di Bonifica, ha stimato in 13.854.667 euro l’anno il valore delle attività di fitodepurazione svolte da queste zone, mentre ammonta a 143.504.299 euro l’anno il valore ecologico delle zone come habitat di biodiversità.

La Giornata Mondiale delle Zone Umide che si celebra il 2 febbraio è dunque occasione per ANBI Veneto, l’associazione che rappresenta gli 11 Consorzi di Bonifica regionali, di richiamare l’attenzione su questo patrimonio di ambienti d’acqua, distribuiti a macchia di leopardo sul tutto il territorio regionale, che nel concreto testimoniano le competenze ambientali che il sistema dei consorzi sta sviluppando a fianco delle storiche missioni legate alla sicurezza idraulica e alla gestione della risorsa irrigua.

Nella corsa all’adattamento e alla mitigazione degli effetti del cambiamento climatico la realizzazione e gestione di aree umide è fondamentale per la sicurezza idraulica, la tutela della biodiversità e la salvaguardia della qualità delle acque – spiega il presidente di ANBI Veneto Francesco Cazzaro – è tuttavia un’azione che richiede adeguate dotazioni finanziare. Molte di queste aree, per esempio, sono state realizzate dalla Legge Speciale per la Salvaguardia di Venezia e della sua Laguna che riteniamo vada rifinanziata con risorse adeguate”.

È proprio tra le province di Venezia, Padova e Treviso, territorio solcato da fiumi che si versano nella laguna Veneta, che è stata realizzata gran parte di queste zone umide. La connessa attività di fitodepurazione, infatti, va a supporto del fragile habitat lagunare e molte di queste zone umide non esisterebbero senza la Legge Speciale per la Salvaguardia di Venezia e della sua Laguna.

In occasione della Giornata Mondiale delle Zone Umide, visite a zone umide sono organizzate dal Consorzio di Bonifica Bacchiglione, dal Consorzio di Bonifica Acque Risorgive e dal Consorzio Adige Euganeo, info nei siti e canali social dei consorzi.

FUNZIONI, CORSI D’ACQUA, FAUNA E ALTRE CURIOSITÀ

Sono ben 32 le zone umide realizzate o manutentate dal Consorzio di Bonifica Acque Risorgive, avente sede a Mestre, e ricadente tra le province di Venezia, Padova e, in piccola parte, nel trevigiano. In una zona realizzata a Peseggia di Scorzè i monitoraggi ambientali hanno rilevato fino a 17 specie di farfalle, frutto della scelta di non effettuare sfalci e favorire la fioritura della vegetazione spontanea. Tra queste, figura anche la rara Vanessa del Cardo, lepidottero migratore la cui esistenza è dedicata al viaggio multigenerazionale di migliaia di chilometri tra l’Africa e l’Europa. Sempre a una farfalla si lega una delle più grandi aree umide realizzate da Acque Risorgive, l’Oasi protetta Lycaena, che prede nome dall’omonima farfalla che in questi 64 ettari di acqua e terra a Salzano (VE) trova il suo habitat naturale. L’oasi è inserita nella Rete Natura 2000 come Sito di Importanza Comunitaria, l’area umida vera e propria si estende al suo interno su 20 ettari, nelle  ex cave di Villetta, tra il fiume Marzenego e il rio Roviego. Il Consorzio gestisce idraulicamente l’area, cura la manutenzione dei corsi d’acqua e del percorso di fruizione perimetrale, sostiene le attività di apicoltura. Sempre nel comprensorio Acque Risorgive le ex cave di Noale sono state riconvertite in oasi di 43 mq con un’area umida alimentata dal rio Draganziolo. L’area – la cui gestione idraulica e in mano al consorzio mentre la gestione ambientale spetta al WWF – ha funzione di sicurezza idraulica e fitodepurativa. All’interno delle ex cave di Gaggio Nord, 62 ettari a ridosso del fiume Zero nel territorio comunale di Marcon il Consorzio ha realizzato 5 ettari di bosco igrofilo (bosco che sorge sulle sponde di un corso d’acqua) di cui cura la manutenzione di sponde e del fiume. Tra Tombolo e Cittadella, la palude di Onara estesa su 148 ettari, alimenta con le sue risorgive diversi rii e dà origine al fiume Tergola, corsi d’acqua la cui manutenzione spetta al Consorzio Acque Risorgive.

Il Consorzio di Bonifica Bacchiglione (sede a Padova) ha realizzato e gestisce, in provincia di Venezia, tre aree umide per complessivi 13 ettari con finalità multipla – sicurezza idraulica, stoccaggio di risorsa irriguo e valenza ambientale – . La più recente è l’area umida di Dolo, a confine con Camponogara, sull’ex sedime dell’idrovia Padova Venezia, si estende su 4 ettari e si articola in diversi piccoli invasi. Qui l’acqua, in uno scorrimento lento tra canne palustri “phragmites australis” subisce un processo di fitodepurazione da azoti e fosfati, l’area è anche frequentata da una colonia di ibis; il consorzio ha ricevuto dalla Regione del Veneto il via libera per un cospicuo ampliamento di 10 ettari l’area, costo 3,8 milioni di euro finanziati tramite legge Speciale per la Salvaguardia di Venezia e Laguna, i lavori sono in procinto di partire. Il consorzio ha inoltre realizzato e ha in capo la manutenzione dell’aree umida di Lova, 2,15 ettari tra Campagnalupia e Campolongo Maggiore, e l’area umida di Trezze, a Valli di Chioggia, sette ettari su tre vasche, utili per trattenere l’acqua e in chiave fitodepurativa.

Esempio di resilienza di un territorio a forte rischio idraulico sono i due bacini realizzati dal Consorzio di Bonifica Piave (sede a Montebelluna) a Castelfranco Veneto (TV) nelle località Salvarosa (3 ettari) e Salvatronda (2 ettari), alimentati dai corsi d’acqua omonimi; entrambe le aree, progettate, realizzate e gestite dal consorzio in chiave anti allagamento rappresentano habitat ideale per l’avifauna con il ritorno di uccelli che in passato avevano abbandonato il territorio. Motivo d’orgoglio è la recente nidificazione di una famiglia di cigni che qui, nei mesi scorsi, ha dato alla luce sette pulcini. Trovano casa anche altre specie, tra le quali: il tuffetto (Tachybaptus ruficollis), specie protetta, il più piccolo degli uccelli acquatici piscivori, spesso scambiato per pulcino d’anatra; la marzaiola (Spatula querquedula), è una specie classificata, in Italia, come vulnerabile, si stima che nella pianura Padana la popolazione nidificata si attesti sulle 200-300 copie; il tarabusino (Ixobrychus minutus) è il più piccolo airone europeo; ma anche la schiribilla (Zapornia parva) e il martin pescatore (Alcedo  atthis).

Tra Codevigo e Chioggia, è situato uno dei più grandi bacini di fitodepurazione del Veneto: l’Oasi di Ca’ di Mezzo, nel comprensorio di bonifica Adige Euganeo (sede a Este) realizzata nel 2.000 dall’allora Consorzio di Bonifica Adige Bacchiglione con l’Università di Padova grazie a finanziamenti della Regione del Veneto. Posta a ridosso della Laguna Veneta, tra il Bacchiglione e il Canal Morto, alimentata dal Canale Altipiano, si estende su 30 ettari ed è in grado di invasare fino a 500.000 mc d’acqua.

Tra le principali zona umida del Polesine ricadenti nel comprensorio di bonifica Adige Po (sede a Rovigo) è il bacino della Buora a Badia Polesine, oggi gestito dal WWF ma realizzato nel 2004 dall’allora Consorzio di Bonifica Polesine Adige Canal Bianco. Ma significativi, perché esempi di microbacini a plurima funzionalità, sono anche gli invasi che il consorzio di bonifica Adige Po ha realizzato a Villadose e Rovigo-Busosarzano e il progetto attualmente in corso d’opera di quattro micro-bacini realizzati da privati tra Rovigo, Villadose (2) e Adria nell’ambito del progetto GCA – CSR 2023-2027 per il quale il consorzio svolge ruolo di coordinamento.

Zona di sperimentazioni sulla ricarica della falda è, soprattutto, l’alto vicentino sul quale insistono il consorzio di Bonifica Brenta (sede a Cittadella) attivo nella valorizzazione del paesaggio di rogge realizzate dalla Serenissima e nella realizzazione di aree forestali di ricarica, e il Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta (sede a San Bonifacio). Proprio il consorzio Alta Pianura Veneta ha realizzato su impulso della Regione del Veneto la cassa di espansione di Trissino, ora gestita da Veneto Agricoltura; al suo interno, grazie alla presenza di un rio, si è sviluppato un habitat ideale per lo stanziamento di uccelli. Sempre il consorzio Alta Pianura Veneta è impegnato nella manutenzione delle Risorgive del Bacchiglione a Dueville (VI), gestite da Viacqua. Il consorzio si occupa della rete demaniale di deflusso, della sistemazione dei guadi e degli interventi in situazioni di emergenza. Vi trovano casa circa 40 specie di uccelli ed è sito di inanellamento ai fini di monitoraggio della Cannaiola verdognola (acrocephalus palustris).

Il Consorzio di Bonifica Veronese (sede nel capoluogo scaligero) ha in gestione il territorio delimitato a ovest dal Lago di Garda e dal confine con la Lombardia e a est dal fiume Adige; ha collaborato alla realizzazione di diversi boschi e parchi che sorgono a ridosso di corsi d’acqua: il parco Le Vallette di Cerea, riqualificazione del vecchio paleo alveo del fiume Menago; il bosco del Tartaro a Torretta di Legnago; l’area di Bussé a Vangadizza. Nel 2010 il Consorzio ha collaborato, su incarico del Comune di Legnago, alla realizzazione e alla progettazione della riqualificazione delle zone ripariali delle golene dell’Adige a nord e a sud del centro abitato di Legnago.

NELLE ZONE COSTIERE

Realizzata dal Consorzio di Bonifica Delta del Po (sede a Taglio di Po, Rovigo) in collaborazione con Veneto Agricoltura, l’oasi di Ca’ Mello, 40 ettari nel comune di Porto Tolle (RO) a ridosso della sacca di Scardovari, è la dimostrazione di come sia possibile recuperare un canale abbandonato e realizzare un oasi naturalistica con funzioni ambientali e irrigue per i territori adiacenti. L’area è alimentata dal canale consortile Ca’ Mello – Ca’ Dolfin. La gestione ambientale è in capo a Veneto Agricoltura.

Il consorzio di Bonifica Veneto Orientale (sede a San Donà di Piave) è intervenuto, nel 2010, nel ripristino e nella creazione di nuove barene su 21,73 ettari della Laguna di Caorle. tra i comuni veneziani di Caorle e San Michele al Tagliamento, grazie al finanziamento dei Piani integrati mediterranei (CEE 2088/2025). L’area è diventata un importante sito di nidificazione di uccelli, popolata da almeno 15 specie. Trovano qui casa anche quattro specie che nella classificazione IUCN risultano “in pericolo”:  il Fraticello (Sternula albifrons), la Pittima reale (limosa limosa), il Moriglione (aythya ferina) e la Calandrella (Calandrella brachydactyla). Una prima importante area umida nell’entroterra è in fasi di realizzazione a Gruaro, in un’area di 10,12 ettari, alimentata dalla roggia Versiola.

Venezia, 31 gennaio 2025

 

ADDIO AL PROFESSOR MAURIZIO BORIN, UNA VITA DEDICATA ALLO STUDIO DELLE TECNICHE IRRIGUE, DELLA SOSTANZA ORGANICA E DEI SERVIZI ECOSISTEMICI DERIVANTI DALL’IRRIGAZIONE

I consorzi di bonifica del Veneto piangono la scomparsa del professor Maurizio Borin, grande esperto di irrigazione, servizi ecosistemici, sostanza organica e fitodepurazione.

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Con la scomparsa del professor Maurizio Borin i consorzi di bonifica perdono uno studioso appassionato, un grande esperto di irrigazione, di fertilità dei suoli, di fitodepurazione e di servizi ecosistemici derivanti dalla pratica irrigua, ma perdono anche un grande amico e un efficace divulgatore; un uomo in grado di fare rete tra mondo accademico, istituzioni e società civile con una visione generale che abbracciava le ragioni della scienza, dell’agricoltura, dell’ambientalismo e di tutti quei soggetti che operano a vario titolo per la salvaguardia del territorio.”

Francesco Cazzaro, presidente di ANBI Veneto, commenta così la triste notizia dell’improvvisa scomparsa, la notte tra sabato 25 e domenica 26 gennaio, di Maurizio Borin, docente di agronomia, direttore fino a pochi anni fa del DAFNAE Dipartimento di Agronomia, Animali, Alimenti, risorse naturali e Ambiente, dell’Università degli Studi di Padova. 

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“6 FIUMI PER 70 MULINI”, UN LIBRO CHE FOTOGRAFA UN PAESAGGIO, L’AMBIENTE E I SUOI ANTICHI MESTIERI

Un importante progetto editoriale sostenuto dal Consorzio di Bonifica Acque Risorgive e realizzato dalla cooperativa sociale “La Città del Sole”: una ricognizione sui mulini tra Padova, Venezia e Treviso che è anche il racconto di un territorio.

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Un patrimonio architettonico diffuso, silenziosa testimonianza di un’antica civiltà che operava a stretto contatto con la natura e che proprio dalla natura traeva cibo ed energia.

Dove ci sono fiumi, canali e torrenti, dove la spinta dell’acqua lo consente, i mulini erano il motore dello sviluppo di attività economiche essenziali per l’uomo: la macinazione del grano, la pilatura del riso, il taglio del legname, la fusione dei metalli, la produzione di tessuti e carta. Sono mulini le segherie, le fucine, le concerie, le cartiere, ma anche forni e frantoi; discendono dai mulini le centrali idroelettriche con le loro turbine e coclee (viti d’Archimede) attivate dall’acqua. Sebbene proprio l’energia elettrica abbia messo in crisi questi antichi centri produttivi, molte di queste strutture, pur dismesse, sono ancora presenti e perfettamente integrate nei territori, come elementi essenziali del paesaggio.

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PIANO PROTEZIONE CIVILE, LE OSSERVAZIONI DEI CONSORZI DI BONIFICA DEL VENETO IN SEDE DI COMMISSIONE INTEGRATA REGIONALE

ANBI Veneto è intervenuta, per conto degli 11 Consorzi di Bonifica associati, alla prima riunione della Commissione Integrata della Protezione Civile regionale di recente nomina. Sul tavolo, il Piano regionale di Protezione Civile.  

 

In rappresentanza degli 11 Consorzi di Bonifica associati, ANBI Veneto è intervenuta alla Commissione Integrata della Protezione Civile regionale riunitasi nel pomeriggio di ieri, 22 gennaio, presso Palazzo Balbi, sede della Regione del Veneto, per discutere le integrazioni al Piano regionale di Protezione Civile.

Proposte e osservazioni sono state esposte su entrambi i punti dell’ordine del giorno: la costituzione degli ambiti territoriali e organizzativi ottimali (ATOO), con i relativi criteri organizzativi, e il programma nazionale di soccorso sismico.

I temi esposti rappresentano il contributo dei Consorzi di Bonifica alle analisi della Regione del Veneto; confermiamo la validità e la correttezza dell’impianto generale dei due piani stralcio del Piano regionale di Protezione Civile oggetto dell’ordine del giorno”, ha affermato il presidente di ANBI Veneto Francesco Cazzaro.

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PER UNA GESTIONE VIRTUOSA DELLA RISORSA: ANBI VENETO E ALTA PIANURA VENETA PARTNER DI LIFE SVOLTA BLU

Una gestione virtuosa dell’acqua in un territorio, il Vicentino, che con il cambiamento climatico, non può più dar per scontato ciò che in passato era una certezza di disponibilità. Anche ANBI Veneto e il Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta partner di LIFE Svolta Blu.

 

ANBI Veneto e Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta sono partner del progetto europeo LIFE Svolta BLU, presentato lunedì 20 gennaio 2025 a Dueville (VI), presso le Risorgive del Bacchiglione, a rappresentanti istituzionali, mondo della ricerca, rappresentanti delle attività produttive.

Obiettivo del progetto è aumentare l’interesse e la consapevolezza di imprese e cittadini sulla gestione delle risorse idriche. A tal proposito LIFE Svolta Blu intende progettare e attivare un sistema di scambio di crediti blu, in cui chi investe in azioni di risparmio idrico produce e mette in vendita dei crediti (offerta), che possono essere richiesti e acquistati da chi utilizza l’acqua e vuole ridurre la propria impronta idrica (domanda), con uno scambio regolato secondo criteri di equità, trasparenza e convenienza.

Sei i partner di LIFE Svolta Blu: oltre ad ANBI Veneto e Alta Pianura Veneta figurano la società di servizi idrici integrati di Vicenza Viacqua – che funge anche da capofila – l’Università degli Studi di Padova (con i suoi dipartimenti ICEA – Ingegneria Civile Edile e Ambientale e TESAF – Territorio e Sistemi Agro-Forestali), della Fondazione Palazzo Festari IPO Alto Vicentino e della società di certificazioni CSQA.

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NEVE: STUDIO FONDAZIONE CIMA-LAB 24 IL SOLE 24 ORE, DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE DI ANBI VENETO FRANCESCO CAZZARO

In previsione della stagione irrigua, il principale indicatore sulla disponibilità della risorsa da tener d’occhio in questa fase dell’anno è dato dai depositi nivali e i numeri presentati in queste ore dalla fondazione CIMA accendono più di qualche segnale d’allarme sulla disponibilità idrica nei prossimi mesi.”

Lo afferma il presidente di ANBI Veneto Francesco Cazzaro in merito alla stima Fondazione CIMA – Lab24-Sole 24 Ore che parla, su scala nazionale, di un -63% di presenza di neve in quota (da novembre 2024 al 10 gennaio 2025) rispetto alla media dello stesso periodo tra il 2011 e il 2023. Sul bacino dell’Adige, che interessa buona parte del Veneto, il dato si attesta su -61%, stesso dato sul bacino del Po.

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CONSORZI DI BONIFICA DEL VENETO, A INIZIO FEBBRAIO IL QUADRO COMPLETO DEI PRESIDENTI E DEI CONSIGLI DI AMMINISTRAZIONE

L’autogoverno dei Consorzi di bonifica si fonda su un articolato processo democratico di nomina dei propri organi che ha come compito rappresentare al meglio i territori di riferimento – spiega il presidente di ANBI Veneto Francesco Cazzaro –. Le operazioni per il rinnovo degli organi statutari procedono spedite, il quadro sarà completo per i primi di febbraio, forse già entro gennaio. Poi toccherà al consorzio LEB e, per ultima, ad ANBI Veneto”.

Dopo le elezioni tenutesi il 15 dicembre 2024, nelle quali i cittadini hanno espresso i nomi dei 20 membri eletti delle assemblee, è la volta dei rappresentanti dei Comuni.

Proprio in questi giorni, infatti, nei comprensori di bonifica si stanno tenendo le consulte dei sindaci chiamate ad eleggere, tra i propri membri – ma eventualmente anche tra gli assessori comunali -, tre rappresentanti che entreranno nelle assemblee consortili. Si affiancheranno, pertanto ai 20 membri eletti dai cittadini, ai rappresentanti delle province (uno per ogni provincia ricadente, anche in parte, sotto comprensorio) e a un rappresentante espresso dalla Giunta regionale.

Oltre al gruppo dei tre sindaci, la consulta sceglie anche il proprio presidente che farà parte, con funzione consultiva e non di voto, del consiglio di amministrazione del Consorzio.

Una volta definiti tutti i rappresentanti istituzionali, ciascuna assemblea potrà dunque riunirsi in prima seduta per eleggere i quattro membri consiglieri che insieme a un quinto membro nominato dalla Regione costituiranno il consiglio di amministrazione del Consorzio. Tra i quattro membri, l’assemblea elegge anche il presidente e il vicepresidente del Consorzio.

Le assemblee si devono riunire in prima seduta entro 50 giorni dalle elezioni, si attende pertanto per i primissimi giorni di febbraio il completamento del percorso per il rinnovo degli organi consortili avviato con le elezioni del 15 dicembre 2024.

Una volta riempite le caselle dei dieci Consorzi è la volta dell’11° consorzio: il Consorzio di Bonifica Lessinio Euganeo Berico, che ha in gestione l’omonimo canale irriguo, è definito di secondo grado perché l’assemblea è composta a membri delle assemblee dei Consorzi di Bonifica Alta Pianura Veneta, Adige Euganeo e Bacchiglione.

Una volta nominato anche il presidente del LEB, gli 11 presidenti dei Consorzi di bonifica, riuniti in assemblea, scelgono al proprio interno il presidente di ANBI Veneto.

 

ACCORDO ANBI-CNEL: CAZZARO, ANBI VENETO PRONTA A TRADURLO IN AZIONI CONCRETE

Accordo interistituzionale tra ANBI e CNEL per lo sviluppo di azioni comuni per la difesa del suolo e della risorsa irrigua. Cazzaro (ANBI Veneto): pronti a tradurlo in azioni sul territorio.

Il sistema dei consorzi di Bonifica stima che ogni euro investito in prevenzione idraulica consenta di risparmiarne almeno quattro in ripristino di danni derivanti da esondazioni, allagamenti, frane e crolli, per non parlare della salvaguardia delle vite umane, per le quali non c’è prezzo. Considerata l’attualità di questi temi per una regione come il nostro Veneto particolarmente interessata dal cambiamento climatico, il sistema dei consorzi di Bonifica farà del suo meglio per dar forma, sul territorio, all’accordo sottoscritto questa mattina tra ANBI Nazionale e CNEL che ha come oggetto proprio lo sviluppo di azioni coordinate di prevenzione e sensibilizzazione dei cittadini sul rischio idraulico.

Francesco Cazzaro, presidente di ANBI Veneto commenta così l’accordo interistituzionale “Per lo sviluppo di azioni comuni per la gestione della difesa del suolo e della risorsa irrigua, nonché per la sicurezza idrogeologica e la manutenzione del territorio” sottoscritto questa mattina a Roma presso la sede del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL), dal presidente del CNEL Renato Brunetta e dal presidente nazionale di ANBI Francesco Vincenzi.

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