Nel quadro degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu, ANBI Veneto e Crédit Agricole FriulAdria uniscono le forze in due progetti all’insegna della sostenibilità.

Il primo prevede l’avvio dello studio “Veneto, Terra di Risorgiva” avente come oggetto le risorgive e i paesaggi da esse generati.

In particolare, il lavoro che verrà svolto prevede la mappatura, l’approfondimento delle criticità e i possibili interventi di ripristino e valorizzazione del sistema delle risorgive, fondamentale per l’equilibrio idro-geologico del territorio. Le risorgive sono uno degli elementi ambientali più caratteristici ma anche più minacciati a causa del cambiamento climatico e dello sfruttamento umano. L’intenzione è quella di creare un gruppo di lavoro composto da figure altamente specializzate come ingegneri idraulici, agronomi, geologi, con il coinvolgimento degli undici consorzi regionali di bonifica e tutela delle acque irrigue associati ad Anbi Veneto. Verrà definito un programma di azioni concrete per la salvaguardia del territorio in considerazione dello stretto legame esistente tra l’attività dei consorzi di bonifica, la pratica agricola e l’ecosistema delle risorgive. Il progetto si articolerà in diverse fasi operative con un orizzonte temporale di due anni. Al termine verrà presentato un report finale con strumenti e azioni immediatamente spendibili.

Il secondo progetto è “Irribanc – Acqua irrigua in Veneto: un capitale da gestire per l’agricoltura e l’ambiente del futuro”.

L’iniziativa si sviluppa nell’ambito del Contamination Lab 2021, il laboratorio di idee imprenditoriali organizzato da Università di Padova, Fondazione Unismart e Associazione Alumni e promosso da Crédit Agricole FriulAdria in partnership con Anbi Veneto, Confagricoltura, Coldiretti e Cia. Obiettivo: individuare soluzioni innovative per un utilizzo efficiente della risorsa acqua in agricoltura che mantenga i livelli d’eccellenza della produzione agroalimentare, ottimizzi i costi e migliori l’ecosistema in cui l’azienda agricola opera. Premesso che l’irrigazione agricola utilizza circa il 70% delle risorse idriche mondiali, il Veneto rileva negli ultimi 30 anni un evidente incremento del fabbisogno idrico in agricoltura. Diverse le cause: periodi siccitosi sempre più lunghi, dall’ampiamento della stagione agricola, il passaggio a un’agricoltura sempre di maggiore qualità che richiede pertanto adeguata irrigazione e da un aumento della temperatura (fino a un grado e mezzo), dato elevatissimo da cui deriva una maggiore evapotraspirazione delle piante.

La soluzione può arrivare dall’introduzione di nuove tecnologie irrigue adeguate ai nuovi bisogni ma anche capaci di integrarsi al contesto aziendale, economico e organizzativo. Il risultato atteso entro la fine del 2021 è una valutazione “IrriBanc” (Irrigazione bilanciata, avanzata, naturale, compatibile) che permetta all’azienda agricola di adottare la soluzione tecnologicamente più sostenibile. Il piano di lavoro, sviluppato da un team di studenti, neolaureati e dottorandi dell’Università di Padova, prevede lo studio di sistemi irrigui adatti a fronteggiare i mutamenti climatici, adeguati alla scala agronomica e ambientale delle aziende agricole.