Alluvione, memoria e opere idrauliche – Dalla rotta del Po ad oggi

Sala polivalente gremita a Pincara per la conferenza “Polesine, terra di alluvioni, per ricordare e programmare un futuro sicuro”. Chiara e David Vicentini sono stati portavoce della testimonianza del padre Vittorino, fissata con foto e pensieri nell’opera postuma “14 novembre 1951. La rotta del Po”. Dalle immagini è emersa la forte volontà di documentare dell’autore: «Bisognava scattare e fermare, per gli increduli di domani, bestie annegate, case, stalle, fienili sventrati, strade sconvolte da voragini inaccessibili, binari contorti e sollevati sulla loro pista sconvolta come da un terremoto».

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La storia di una famiglia come esempio di tutte le altre, nel momento della fuga, dell’accoglienza e ricostruzione. Giancarlo Mantovani direttore dei due consorzi di bonifica Delta del Po e Adige Po, ha invece illustrato il tema dello sviluppo della difesa idraulica in Polesine partendo dagli interventi realizzati per la chiusura delle rotte. Sono stati descritti i vari interventi di rialzo e ringrosso delle arginature negli anni successivi, a evitare eventi come quello del 1951 grazie a opere di regimazione delle golene nel medio corso del Po o bacini di laminazione realizzati, per motivi tecnici, in destra idraulica del fiume.

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Si è passato poi a descrivere gli interventi realizzati per la sicurezza dalle acque interne, che devono essere espulse dal Polesine solo grazie agli oltre 100 impianti idrovori capaci di sollevare circa 500.000 litri al secondo, essendo la nostra provincia totalmente soggiacente il livello dei fiumi. Dalla serata è emersa la consapevolezza che il Polesine oggi è un luogo sicuro da un punto di vista idraulico, sia per quanto riguarda il Po che per quanto riguarda il sistema di scolo fatte salve criticità dovute a cause antropiche quali subsidenza, urbanizzazione incontrollata, chiusura di gran parte della rete di scolo privata costituita da fossi e scoline, presenza incontrollata di animali nocivi quali nutrie, volpi, tassi e istrici e in generale la poca attenzione dell’uomo.