I Consorzi rispondono con 105 cantieri

Negli ultimi 5 anni è aumentata del 37,5% la necessità di investimenti sul territorio veneto per renderlo idraulicamente sicuro.

Questa la situazione attuale di un Veneto ancora fragile e che necessita di opere per metterlo in sicurezza. A dirlo l’Unione Veneta Bonifiche presente stamane alla Presidenza del Consiglio in occasione dell’incontro “Manutenzione Italia: azioni per #italiasicura” promosso dall’Associazione Nazionale Bonifiche ed Irrigazioni e finalizzato a presentare il Piano Nazionale per la riduzione del rischio idrogeologico. 

Giuseppe Romano, presidente UVB: ”Nel 2015 i progetti proposti per un territorio idraulicamente sicuro sono 685, traducibili in un investimento da 1,7 miliardi di euro; negli ultimi 5 anni l’aumento degli interventi necessari è stato del 37,5%.”

Essi riguardano in prevalenza quelle azioni che non rientrano in azioni ordinarie, cui si fa fronte con i contributi dei privati: si tratta di manutenzioni straordinarie delle opere di bonifica, di sistemazione e regolazione idrauliche, di ripristino di fenomeni di dissesto idrogeologico.

Giuseppe Romano, però rassicura: “In una situazione complicata, che ci mette di fronte ad alluvioni ed allagamenti sempre più frequenti, i Consorzi di bonifica hanno già inserito nel programma di #italiasicura una lista di 105 progetti direttamente cantierabili per 217milioni di euro. Progetti che riguardano la laminazione delle piene dei vari corsi d’acqua, il potenziamento degli impianti idrovori e delle opere idrauliche.”

Francesco Vincenzi, Presidente ANBI: “Ad un piano di azioni per la riduzione del rischio idrogeologico deve unirsi un provvedimento legislativo destinato a risolvere il problema del consumo del suolo. Manutenzione ed usi del territorio sono un binomio inscindibile, cui è subordinata in gran parte la sicurezza territoriale del Paese.”

“Ad oggi è grande – continua Vincenzi – la necessità di arrivare a sviluppare una nuova legge che miri al contenimento del consumo del suolo, snodo cruciale della nostra azione per la riduzione del rischio idraulico.”

Romano sottolinea la necessità di rispettare, nella progettazione urbanistica, le norme che regolano i principi dell’invarianza idraulica nella realizzazione degli interventi che incidono sulle trasformazioni del territorio. Ad oggi, il Veneto è l’unica regione ad aver queste normative (dal 2002) ed è importante che il modello venga attuato anche nel resto d’Italia.”

In caso contrario -secondo Romano- l’impermeabilizzazione continuerà a ridurre le capacità di ritenzione idrica del terreno originario con inevitabili gravi danni in occasione delle piogge.

La prevenzione dei rischi è un tema chiave per azioni future anche in materia di politica comunitaria di coesione.

In tale ambito rientrano i piani per l’attuazione della Direttiva Europea 2007/60: si tratta dei piani di gestione del rischio alluvioni a livello di distretto idrografico, che gli Stati membri devono provvedere ad ultimare e pubblicare entro il 22 Giugno 2015.

 

PS. In allegato il confronto, in termini di numero progetti e investimenti necessari, dei Piani di riduzione del rischio idrogeologico degli ultimi 5 anni.

Confronto_piano_2010_2015