“La disponibilità di acqua è un diritto di tutti ed è importante che cresca una cultura civica sul tema della risorsa idrica come bene comune e patrimonio dell’umanità.”
A ribadirlo è Giuseppe Romano, Presidente dell’Unione Veneta Bonifiche, partecipando, nel Centro Congressi di “PadovaFiere”, alla prima audizione pubblica sulle risorse idriche, promossa dalla Regione Veneto.
“Stiamo lavorando – continua Romano – affinchè, attraverso i tre appuntamenti in programma, si costruisca, insieme a tutti gli attori sul territorio, una visione comune sulla risorsa acqua, contribuendo all’elaborazione di linee politiche regionali per poter partecipare, nelle sedi istituzionali europee, alle eventuali modifiche alla Direttiva Quadro comunitaria.”
Secondo una ricerca FAO, ciascuno di noi ha bisogno di bere dai 2 ai 4 litri di acqua al giorno ed occorrono dai 2000 ai 5000 litri per produrre l’alimentazione giornaliera di una persona. Già oggi, per sfamare miliardi di persone, occorre produrre più cibo usando meno acqua, riducendo gli sprechi e le perdite, ricercando stili alimentari più sostenibili.
L’impronta idrica del cibo evidenzia che, negli U.S.A., il 42% del cibo viene buttato, in Europa il 22%.
Romano: “La maggior parte della risorsa idrica viene prelevata per l’agricoltura, ma questo non deve essere mal interpretato. Se è vero che produrre cibo abbisogna di notevoli quantità di acqua, è altrettanto veritiero che l’agricoltura usa la risorsa e la restituisce al territorio, migliorandola qualitativamente, generando ambiente ed energia pulita, oltre a produrre eccellenze agroalimentari, uniche nel mondo. Ciò che merita grande attenzione è la forte connotazione dell’Europa verso la politica dei prezzi come unico elemento per controllare i consumi idrici. Non può essere così. Lo dimostra il fatto che in Paesi, dove l’acqua costa meno, si consuma meno.”

Andrea Crestani, direttore UVB: “Ci sono paesi come l’India dove gran parte della popolazione non ha l’acqua, quando per le centrali nucleari non manca mai. Il problema è collegato alla gestione dell’acqua in relazione ai profitti.
Il Water Blue Print della comunità europea, è fortemente influenzato da chi vorrebbe gestire l’acqua. Non è un documento per i cittadini. Si è governati da una politica dei prezzi.

I consorzi di bonifica sono fortemente impegnati nel cercare di dare acqua ai 600mila ettari irrigabili in Veneto. Nonostante la nostra regione sia una delle più ricche di acqua la scorsa estate ci sono state grossissime difficoltà nel fornirla alle campagne. Questo perchè la risorsa va a mare invece di essere trattenuta. Inoltre 400mila ettari sono serviti da irrigazione di soccorso e si necessiterebbe di investimenti e ammodernamenti alla rete irrigua. Abbiamo bisogno di distribuire l’acqua a più superficie possibile. Questo il nostro obiettivo. Produciamo la migliore agricoltura, specializzata e in costante crescita. Produrre e utilizzare meno acqua si può. Un esempio viene da Irriframe, un sistema di servizio irriguo che garantisce un risparmio della risorsa idrica del 25%. Ma non solo, stiamo operando con l’agricoltura per la creazione di bacini irrigui, per trattenere l’acqua quando ce n’è troppa e utilizzarla per l’agricoltura nei periodi siccitosi.”